Check-up finanziario per privati

Check up  finanziario

Premessa   

Quando possiamo evitare di fare il Check up finanziario ?

Quando non abbiamo fatto mai degli investimenti , delle scelte finanziarie o al momento non abbiamo nessuna posizione finanziaria aperta .

Diversamente è utile fare una verifica della nostra attuale posizione, le scelte effettuate e se queste sono in linea con i nostri bisogni ed obiettivi . Verificheremo anche se gli strumenti utilizzati rispetto al mercato sono in linea con i migliori .

Capire le lezioni che la crisi finanziaria ci insegna è indispensabile per proteggere e mettere a frutto i propri risparmi. Si pensi alla crisi dei debiti sovrani europei , al bail in , ecc… .Il termine “risk free” (senza rischio) è ormai una metafora , non ci sono più assets class prive di rischio. Come non esiste più un’altra metafora : le azioni sul lungo termine battono sempre le obbligazioni ; assistiamo sempre più invece ad azioni con dividendi generosi che si sostituiscono alle obbligazioni e così via .

In definitiva si è passati dall ‘ “asset allocation “ alla  “risk allocation “ .

Sono davvero molte le cose cambiate nel mondo della finanza e del risparmio . La crisi ha drammaticamente spazzato via molti luoghi comuni del passato.

Altre restano invariate : in particolare la necessità di una cura attenta e periodica al proprio portafoglio , sulla base della correlazione tra scelte e necessità .

Per questo è opportuno mettere in fila le regole base del risparmio sopravvissute e rinforzate dallo shock della crisi finanziaria che ancora dura .

Non si risparmia più come prima , gli effetti dell’emotività dei comportamenti umani , gli aumenti delle tassazioni , la dilazione dell’età di pensionamento operata dalla riforma Monti-Fornero , l’attenuarsi delle coperture sanitarie, la caduta del mito “investiamo in immobili” ed infine il tema della longevità di vita .

Tutte tematiche che impongono una cura del denaro sempre più necessaria perché sempre più complesse sono le esigenze degli individui e le modalità con cui soddisfarle .

Il Check up Finanziario racconta il processo di costruzione e manutenzione dei propri risparmi .

Potrebbe essere utile prima di continuare a leggere questa sezione porsi delle domande test , a tal riguardo ti consigliamo di andare, se non l’ hai già fatto,  al Questionario di autodiagnosi .

L’obiettivo del Check up Finanziario è di consentire al risparmiatore-investitore di acquisire le necessarie conoscenze e sensibilità per :

  • orientare meglio l’analisi dei propri bisogni , respingere gli approcci centrati sulla vendita dei prodotti ;
  • delineare una corretta allocazione ideale delle risorse , definita in base a una semplice analisi della propria situazione ;
  • identificare le proposte che dimostrino di avere una stabile strategia d’investimento coerente con i propri bisogni e costruita secondo i principi della diversificazione efficiente ;
  • valutare il portafoglio degli strumenti finanziari in essere in funzione della conformità con la propria strategia ;
  • verificare l’esistenza e la qualità del sistema di controllo e di manutenzione dell’investimento nel tempo .

L’analisi dei bisogni

Il risparmiatore deve convincersi che i suoi bisogni devono essere alla base di qualsiasi decisione di pianificazione finanziaria. I redditi, i consumi ed il  proprio stile di vita definiscono le condizioni da individuare prima di poter considerare un qualsiasi investimento .

Ad esempio : come è stato costruito il portafoglio d’investimento ?

In genere , il portafoglio di un risparmiatore è semplicemente la sommatoria di diversi strumenti finanziari, sottoscritti nel tempo in maniera del tutto “causale” . Così il portafoglio d’investimento rischia di frammentarsi in numerosi titoli, fondi, gestioni, index e unit linked , assicurazioni vita e via dicendo e finisce per assomigliare ad uno “zoo portfolio” (l’espressione è tipicamente statunitense) .

I bisogni del risparmiatore risultano praticamente irrilevanti per determinare le decisioni strategiche, in quanto complessive, d’investimento.

Le cause del “zoo portfolio” possono essere date da :

-1- I conflitti d’interesse .

Si potrebbe ipotizzare che una qualche influenza sia dovuta alla capacità ed alle vicende commerciali delle società che collocano prodotti. Molte realtà commerciali propongono il prodotto che è oggetto di “campagne” di vendita : vengono di volta in volta offerte delle “nuove opportunità” che rappresentano il prodotto di “moda” o di “tendenza” del momento, spesso consacrato dalla stampa e dai media specializzati .

Questi prodotti sono facili da vendere e sono più coerenti con il conto economico delle società e dei venditori che con le esigenze del sottoscrittore. Gli stock più elevati di raccolta sono quelli realizzati dai sistemi di collocamento con il più alto potenziale commerciale definito dalla notorietà del marchio, dalla estensione della rete di vendita, dalla “aggressività” commerciale, dalla pubblicità, e perfino dalle promozioni (una banca può arrivare ad offrire un prodotto gratuito in cambio della sottoscrizione di un prodotto finanziario e/o assicurativo) ; ne consegue che le decisioni d’investimento potrebbero essere assunte dai risparmiatori sotto la pressione commerciale dei preponenti, tenendo in bassissimo conto la qualità tecnica dei prodotti e soprattutto i propri bisogni .

-2- Dalle performance storiche dei mercati e dei prodotti .

Il risparmiatore ricerca, analizza e sceglie alternative d’investimento che sono state generose in passato nell’assunzione che potranno continuare a esserlo nel futuro. L’offerta dei servizi finanziari si orienta verso ciò che la domanda ingenua richiede, nonostante tale comportamento sia sostanzialmente errato e storicamente dannoso.

A tal riguardo in sintesi si ha il seguente schema :

stato del mercato/strumento                                 comportamento del risparmiatore

A)equilibrio/correttamente valutato                          sfiducia

B)crescita                                                                         disorientamento

C)impennata                                                                    ottimismo

D)calo                                                                                sconforto

Nella fase C) avvengono i grandi acquisti (massimi del mercato) .

Nella fase D) avvengono le grosse vendite (minimi del mercato) .

-3-Tentativi di approcciare il problema in modo apparentemente più strutturato : l’investitore profilato (ad esempio il questionario MIFID) .

A tale scopo possono essere utilizzate domande, organizzate in questionari, che si propongono di individuare le esigenze e dunque di definire una proposta coerente con i bisogni del risparmiatore.

I questionari o le interviste strutturate possono effettivamente essere degli strumenti funzionali a identificare correttamente i bisogni del risparmiatore, ma spesso il loro contenuto denuncia una mancanza di reale interesse . L’imperativo di questi “consulenti per caso” è quello di rendere facile e immediato il passaggio dall’intervista alla proposizione della “soluzione” . Molto spesso, questo atteggiamento scaturisce dalla scarsa fiducia verso il risparmiatore. Recenti analisi sui questionari e domande MIFID poste dai consulenti bancari hanno evidenziato forti differenze di approccio tra intermediario e, in ogni caso, un’insufficiente capacità di fotografare la specificità dell’investitore . In molti casi, la prescrizione MIFID diventa un adempimento burocratico spesso privo di sostanza.

-4-Valenza tecnica reale a certe affermazioni su la seguente domanda :

“Come definiresti la tua attitudine al rischio? “

1)conservativa    2)moderata     3)equilibrata    4)aggressiva

La risposta del risparmiatore può essere influenzata da diversi fattori psicologici .

Chi si ferma a queste esemplificazioni dimostra semplicemente l’assenza di professionalità . Come avremo modo di trattare in seguito, il rischio si può mostrare e misurare, e dunque è possibile analizzarlo e valutarlo concretamente.

5-Dare più peso alle opinioni che ai bisogni .

Si tende ad attribuire alle opinioni del risparmiatore un valore determinante nella definizione della proposta d’investimento, anche se i suoi bisogni non c’entrano proprio per niente . Si palesa il tentativo di trasferire al risparmiatore la responsabilità tecnica delle scelte d’investimento o di lusingarlo con domande che, normalmente si pongono ad esperti e guru dell’economia e della finanza !

La domanda che segue ne è un esempio :

Scelga tra le seguenti alternative :

a)l’aumento dell’orizzonte temporale d’investimento consente di attenuare le oscillazioni di breve periodo tipiche dell’investimento azionario ;

b)l’orizzonte temporale non è un elemento rilevante nelle scelte d’investimento ;

c)è meglio avere un orizzonte temporale d’investimento breve per poter correggere tempestivamente le scelte effettuate .

La domanda è veramente singolare . Probabilmente si tenta d’individuare l’opinione del risparmiatore circa l’effetto del tempo sulla dinamica dell’investimento.

Altre domande tipo :

Qual è la vostra opinione sulle prospettive di lungo termine dell’economia italiana ?

Cosa faranno i mercati azionari dei paesi euro nel prossimo triennio ?

Il risparmiatore dovrebbe esprimere una valutazione previsiva ragionevole circa l’andamento dell’economia che, normalmente nessuno è in grado di fare, nemmeno gli esperti .

Per concludere , per poi passare alle indicazioni operative , appare sensato individuare i propri bisogni , presenti e futuri, per poi identificare l’alternativa migliore d’investimento. Parlare dei propri bisogni significa scendere sul terreno concreto della traduzione economica di ciò che viene generalmente identificato come il proprio “stile di vita” : ciò consente di aumentare le probabilità che le soluzioni d’investimento siano almeno coerenti con il ciclo di vita del risparmiatore .

Indicazioni operative molto sintetiche .

La definizione dei bisogni di un risparmiatore dipende, ovviamente, dal suo posizionamento nel proprio ciclo di vita. Ad esempio, un nucleo familiare giovane potrebbe avere bisogni sensibilmente differenti da una coppia matura, oppure da un single. Quest’evidenza, da sola, giustifica ampiamente un’attenta personalizzazione dell’analisi. Lo stile di vita si forma nella primissima infanzia all’interno di un contesto, in genere quello famigliare, che dà un’impronta del tutto originale. Per questi motivi, ciascun risparmiatore risulta “unico e irripetibile”.

Quali sono dunque i bisogni d’investimento di ciascun singolo risparmiatore ?

Essi sono strettamente connessi al proprio stile di vita che a sua volta può essere tradotto, in termini economico-finanziari, in spese attuali, che sostengono il tenore di vita, e spese future. Il denaro non è , di norma, un fine ma solo un mezzo per effettuare consumi, allora la ricchezza deve essere utilizzata per garantire almeno il livello attuale delle spese ed eventualmente migliorarlo nel futuro. La serenità finanziaria nel sostenere le proprie spese, attuali e future, e nel realizzare il proprio stile di vita rappresenta dunque l’obiettivo finale del financial planning .

Quali strumenti di analisi : conto economico e stato patrimoniale.

I bisogni di un consumatore possono essere quantificati dalle spese che devono essere alimentate da entrate. Il conto economico aiuta anche ad identificare “il saldo di cassa” , cioè la differenza tra entrate e spese che, normalmente è di segno positivo : il risparmio.

Le entrate annue sono generalmente costituite da redditi di lavoro, da immobili (dati in affitto) e da capitali derivanti da interessi e plusvalenze di investimenti finalizzati.

Le spese possono essere classificate all’interno di tre voci: le spese correnti, ossia le uscite che sorreggono lo stile di vita , le rate annuali di rimborso debiti, le imposte ed i contributi .

Il risparmio realizzato annualmente si cumula in ricchezza e  quindi va a costituire le attività del risparmiatore , le risorse destinate a consumi futuri. Nel caso di risparmiatore indebitato, si dovrà considerare anche l’intero ammontare dei debiti in essere, che vanno a formare le sue passività .

La struttura semplificata dello stato patrimoniale può essere così rappresentata :

Attività                                                                                 Passività

Liquidità                                                                                Finanziamenti a breve termine

Riserva                                                                                  Finanziamenti a medio-lungo termine

Accantonamento                                                                 Altro

Accumulazione                                                                   Totale passività

Crescita aggressiva

Totale attività                                                                       Ricchezza netta

Le passività possono essere circoscritte a due voci essenziali ed entrambe raccolgono l’ammontare dei debiti da rimborsare :  finanziamenti a breve termine (entro 36 mesi) e finanziamenti a medio-lungo termine (oltre i 36 mesi) .

Le attività possono essere invece classificate in relazione alla funzione che connota i vari strumenti finanziari in quanto ciascuna tipologia soddisfa determinate esigenze d’investimento che non sono altro che i bisogni del risparmiatore.

Le attività sono vocate a sostenere le spese, attuali e future , del risparmiatore. E’ indispensabile interpretare gli strumenti finanziari nei quali sono allocate le risorse in funzione del consumo. La definizione classica del concetto d’investimento è : “ differimento del consumo nel tempo” .

Per almeno questi quattro motivi :

-scopi precauzionali per gestire l’incertezza del futuro ;

-acquisto di beni durevoli ;

-assicurarsi nel futuro il livello di consumo desiderato ;

-accrescere la ricchezza a vantaggio degli eredi .

Ciò giustifica l’esistenza di una pluralità di strumenti finanziari che vanno intesi come mezzi per far fronte sia alle spese attuali che a quelle future. Un altro motivo che legittima l’esistenza di diverse tipologie di strumenti finanziari ed è la loro diversa capacità di remunerare il risparmiatore che risulta, in particolari condizioni, diretta funzione del rischio che lo stesso si assume.

Le spese attuali o future, richiedono la ragionevole certezza della disponibilità delle risorse. Queste ultime dovrebbero essere messe, in qualche modo, al riparo dal rischio di “fluttuazione” o meglio dalla possibilità di perdita della loro capacità di acquisto. Ciò richiederebbe di destinare le intere risorse disponibili a strumenti finanziari “liberi da rischio” .

Schematicamente possiamo riassumere che a certe esigenze dovrebbero rispondere alcuni strumenti finanziari :

-LIQUIDITA’   :    conti correnti, conti di liquidità , depositi di risparmio, titoli di stato, fondi monetari, certificati di deposito , obbligazioni con duration max 2 anni ;

-RISERVA    :   titoli di stato , certificati di deposito, obbligazioni duration max 2 anni ; fondi e gestioni obbligazionari ;

-ACCANTONAMENTO  :  fondi e gestioni bilanciate ;

-ACCUMULAZIONE  : fondi e gestioni azionarie ;

-CRESCITA AGGRESSIVA  :   titoli azionari , strumenti speculativi .

Tutti gli strumenti di investimento dovrebbero garantire l’efficienza rispetto alle spese future , ossia la massima remunerazione delle risorse “prestate” .

Bisogna seguire il concetto di distribuzione equilibrata delle esigenze , laddove è necessario evitare sia l’area dell’inefficacia (allocare risorse destinate a spese nel breve termine in strumenti finanziari ad alto potenziale di rischio/rendimento) , sia l’area dell’inefficienza ( allocare risorse per spese future in strumenti a basso potenziale di rischio/rendimento) .

Un ultimo tassello è quello di quantificare le esigenze del risparmiatore . La definizione dei bisogni parte dal conto economico  (entrate/spese) e dallo stato patrimoniale (attività/passività) del risparmiatore ed ha l’obiettivo di individuare la distribuzione delle attività totali dello stato patrimoniale e del risparmio nelle varie categorie di esigenze . Quantificare le esigenze del risparmiatore significa determinare quante risorse devono essere allocate in ciascuna categoria (liquidità, riserva, accantonamento, accumulazione, crescita aggressiva) individuando anche la conseguente ripartizione del risparmio .

Il risultato di questa operazione deve essere coerente con la specifica situazione del risparmiatore e ci si attende che vari in maniera significativa al mutare della situazione economica-finanziaria esaminata .

La determinazione della segmentazione delle risorse si può basare sulla definizione di una situazione ideale, definita in funzione di alcuni fattori che consentono di conseguire una stabilità economico-finanziaria appropriata per gestire le spese attuali e future . Per ogni esigenza può essere definita una quantità di risorse che sia diretta funzione delle spese .

Concludendo, l’analisi dei bisogni centrata su ogni singolo risparmiatore , fornisce un’idea concreta di ciò che s’intende . Saltare del tutto questa fase o affrontarla in maniera non professionale significa rinunciare a una qualità fondamentale di qualsiasi investimento : la coerenza , ossia l’adeguatezza alla situazione economico-finanziaria del risparmiatore , filtrata attraverso il suo stile di vita e dunque le spese attuali e future . Quello delineato non è l’unico approccio, ve ne sono altri ma bisogna raggiungere lo stesso risultato : una diversificazione ottimale delle risorse (attività e risparmio) in funzione delle necessità del risparmiatore. 

 

Esistono investimenti senza rischio ?

Aver quantificato i bisogni del risparmiatore significa aver risolto il 50% del problema di “investire al meglio” . La distribuzione delle risorse sulle varie categorie di esigenze risponde al “perché” degli investimenti , ma non al “come” . Innanzitutto la necessità di diversificare gli investimenti , infatti, non avrebbe senso identificare diverse esigenze per poi definire un singolo investimento , per quanto diversificato. Di norma , non esistono soluzioni semplici a problemi complessi .

I concetti centrali si riferiscono al “rischio” ed al “rendimento” .

Ma cos’è il “rischio” ? Come può essere rappresentato e misurato ? Quale è la relazione che lo lega al rendimento ? Come governare un rischio/rendimento di un portafoglio ?

Purtroppo , a queste domande vengono spesso fornite risposte insufficienti , e talvolta pericolose, che evidenziano scarsa cultura e professionalità .

Prima di sviluppare questi temi , sarà necessario affrontare i più comuni errori e le false credenze relative al rischio ed al rendimento di un investimento .

-Il risk-free è solo una metafora ?

Rifiutare ideologicamente termini relativi a qualsiasi investimento che richiamino in qualche maniera la certezza del rendimento e l’assenza del rischio . Il rischio fa parte di qualsiasi investimento l’importante è prenderne coscientemente atto e governarlo . Calcolare il rendimento al netto dell’inflazione .

-L’estetica del rischio .

Valutare esteticamente un investimento significa stimare o apprezzare un profilo di rischio/rendimento esclusivamente per l’aspetto esteriore . Per esempio è diffusa la credenza che il mercato obbligazionario sia meno rischioso del mercato azionario . In linea di massima ciò è vero ma la generalizzazione di questo assunto può divenire molto pericolosa . Ciascun investimento ha una propria natura, che deve essere valutata in termini concreti e quantitativi , caso per caso .

La valutazione “estetica” degli investimenti appartiene a una cultura finanziaria premoderna , che interpreta i principali fattori dell’investimento (rischio, rendimento, diversificazione) in maniera scorretta e quindi induce a comportamenti controproducenti .

Per individuare i “portatori sani” di questa patologia degli investimenti sarà opportuno rimarcare quelli che sono dei veri e propri “miti” che non sortiscono ciò che si prefiggono di fare : controllare il rischio degli investimenti .

-Primo mito : diversificare riduce il rischio (“non mettere le uova in uno stesso paniere”) .

Non è sufficiente valutare la riduzione del rischio di un investimento dal numero degli “spicchi colorati” (mercati e prodotti) che compongono una “torta” (portafoglio) . In altre parole il detto dovrebbe essere completato :“non mettere le uova né in un solo paniere né in diversi panieri uguali” !

-Secondo mito : diversificare con differenti tipi di investimento riduce il rischio .

Un’altra credenza che affligge il mondo naif degli investimenti è che un portafoglio “ben diversificato” sia quello che utilizza un alto numero di “panieri” con diverse caratteristiche , diversificare per tipologia di titoli (monetari, obbligazionari, azionari) , mercati geografici ( USA , Europa, Pacifico) , mercati settoriali (tecnologico, finanziario, industriale) e così via .

Questo principio non è assolutamente vero. La strategia di frantumare l’investimento in tante attività non rappresenta un farmaco salutare per curare la malattia del rischio . Come tutti i farmaci possono avere effetti collaterali , ossia una diversificazione non necessaria produce : aumento di spese e costi .

Il detto di cui sopra viene modificato : “non mettere le uova né in un solo paniere, né in diversi panieri simili, né in molti panieri differenti” .

-Terzo mito : la concentrazione degli investimenti riduce la diversificazione .

Anche questo dipende dalla correlazione dei mercati a volte si può pensare che investendo ,per esempio sul mercato giapponese, italiano ed europeo (91,3% dell’indice MSCI World) sia maggiormente diversificato rispetto al solo mercato USA (94,3% del MSCI World) .

Il detto si modifica ulteriormente :

: “non mettere le uova né in un solo paniere, né in diversi panieri simili, né in molti panieri differenti ma, a volte , in un solo paniere” .

-Quarto mito : aggiungendo investimenti rischiosi a un portafoglio se ne aumenta il rischio .

La valutazione superficiale dei fenomeni comporta , in genere, illusioni cognitive straordinarie .

Semplificando : titoli inversamente correlati tra loro (se uno sale l’altro scende) tendono a produrre stabilità di portafoglio mentre la diretta correlazione tra gli stessi espone l’investitore al rischio di seguire passivamente un trend di mercato.

-Quinto mito : la riduzione del rischio riduce anche il rendimento .

Si è dimostrato teoricamente che non sempre è così . Il controllo o meglio la minimizzazione del rischio di un investimento è consigliabile oltre che per serenità finanziaria anche per la remunerazione dell’investimento. A patto di non fermarsi all’estetica del portafoglio e di considerare i fattori di investimento in maniera razionale e scientifica.

Alla fine il detto si corregge definitivamente in : “non mettere le uova né in un solo paniere, né in diversi panieri simili, né in molti panieri differenti ma, a volte, in un solo paniere o anche in qualche paniere meno sicuro, e comunque panieri più piccoli possono contenere più uova”.

Con pari rendimento atteso, scegliere la strategia più rischiosa?

Ridurre il rischio al minimo “necessario” è cosa sensata . Ma la grande maggioranza dei risparmiatori( e degli operatori) sembra comportarsi irrazionalmente in maniera difforme. La pratica degli investimenti è dominata dalla spasmodica ricerca dell’alternativa migliore : all’interno del mercato, si tenta di selezionare costantemente il “miglior” fondo e il “miglior” titolo . Ma se la finalità è ridurre il rischio dell’investimento , questa strategia rappresenta una scelta micidiale .

Infatti la scelta singola potrà realizzare un risultato da molto migliore a molto peggiore del mercato (scelta plurima) e lo si scoprirà solo a posteriori ; dunque tale comportamento presenta un rischio elevato rispetto a quello di cercare di replicare, semplicemente, il mercato.

La valutazione dell’offerta.

Il tema della verifica dell’offerta è uno snodo cruciale per poter effettuare investimenti soddisfacenti. Dopo aver allocato le risorse nelle diverse esigenze d’investimento sarà necessario valutare l’efficacia e l’efficienza di ciascun portafoglio.

Gli elementi più importanti per la definizione delle esigenze sono rappresentati da due necessità contrapposte : la necessità di sicurezza di effettuare le spese attuali e future (la caratteristica di efficacia che si massimizza riducendo le fluttuazioni delle risorse) e la necessità di aumentare nel futuro la capacità di spesa (la caratteristica di efficienza che si massimizza accettando una maggiore fluttuazione delle risorse in cambio di remunerazione) . Questo comporta che le risorse di ciascuna categoria di esigenza debbano essere investite in profili di rischio e rendimento differenti che sono appunto l’oggetto della verifica dell’offerta.

Il risparmiatore che vuole valutare l’investimento e la bontà dell’offerta  non è necessario che sia un esperto di strumenti finanziari , a patto di conoscere le “prestazioni” dell’investimento che si deve valutare.

Per coerenza la prima cosa da fare per presidiare la qualità dell’offerta è rifiutare proposte che non siano allineate ed articolate ai propri bisogni. Per ciascuna categoria di esigenza è necessario pretendere una soluzione chiaramente individuabile che consenta , in fase di sottoscrizione di verificare il grado di coerenza e successivamente, in fase di “manutenzione” , di essere controllata nel tempo.

La seconda cosa da fare è esigere che le proposte di investimento siano descritte in termini operativi, ossia che possano consentire al risparmiatore di valutare le loro proprietà in maniera concreta e trasparente al di là di qualsiasi equivoco o dubbio.

L’unico elemento che consente di effettuare la valutazione di coerenza di una proposta è rappresentato dal benchmark , ossia dal mercato o dall’insieme dei mercati che descrivono la strategia d’investimento del prodotto e del portafoglio . In questo senso la qualità della coerenza della proposta si evidenzia dal grado di compatibilità tra la specifica esigenza del risparmiatore e la strategia d’investimento del prodotto o del portafoglio . La valutazione dell’efficacia consiste nella verifica del grado di rischio insito in ciascun benchmark .

I rischi sono :

-oscillazione storica di un benchmark nel tempo (60 mesi) per consentire la valutazione della variabilità futura ;

-il rischio di perdita sul capitale investito (che tende a sostituire l’avversione al rischio con quella di perdita), che può essere misurato con due modalità : probabilità di realizzare un risultato inferiore al capitale inizialmente investito o massima perdita percentuale assoluta su un periodo .

-liquidabilità relativo al “costo” da sopportare in caso di vendita dello strumento in una condizione di mercato fortemente pessimistica (tenuta del capitale in caso di perturbazioni eccezionali) ;

-efficienza del benchmark (posso accettare nel breve delle fluttuazioni maggiori in cambio di un rendimento tendenzialmente sistematico ed in qualche modo proporzionale ) ;

-grado di costanza ed efficienza , che questa si manifesti in maniera evidente su orizzonti temporali significativi ed indipendentemente dal momento in cui viene effettuato l’investimento ;

-potenziale di rendimento in funzione del tempo ;

-grado di massima remunerazione ottenibile .

In sintesi l’efficienza del benchmark : l’indicazione che a quel grado di rischio corrisponde l’attesa di una ricompensa soddisfacente .

Ricordiamo che “i rendimenti passati non sono garanzia dei risultati futuri” . Il rendimento è una variabile fortemente aleatoria , impossibile da prevedere con esattezza .

La valutazione degli strumenti finanziari ( soprattutto Fondi )

Partiamo dall’assunto che : gli investitori, nel loro insieme , non possono battere il mercato perché sono essi stessi il mercato , al massimo potrebbero ottenere lo stesso rendimento del mercato .

Ma se devono sostenere i costi (di transazione, di gestione, amministrativi , ecc..) non potranno mai ottenere sistematicamente rendimenti superiori .

La valutazione dei singoli Oicr (Fondi/Sicav) consiste nel verificare la qualità di gestione , sarebbe già un buon risultato che l’Oicr abbia un andamento simile al benchmark .

La valutazione del portafoglio nel suo complesso terrà conto del benchmark complessivo , utilizzando il minor numero di fondi e con la migliore sinergia tra essi tenendo conto che il tutto (portafoglio) è molto di più della somma delle singole parti (Oicr) . Un ultimo aspetto è la valutazione dei costi , tema complesso per i fattori di cui tener conto e per la vasta articolazione della struttura degli oneri .

Infine in sintesi le domande (o verifiche) importanti per valutare il proprio portafoglio sono essenzialmente tre :

-i miei investimenti sono coerenti con i miei bisogni ?

-ho realizzato una diversificazione efficace ed efficiente ?

-ho scelto gli strumenti finanziari più adeguati ?

Le risposte possono essere ricavate da un’attività di diagnosi che ogni operatore professionale dovrebbe essere in grado di fare .

 

Le modalità di controllo.

Spesso i risparmiatori chiedono agli operatori di individuare volta per volta le alternative migliori e sostituire sistematicamente gli investimenti prevedendo di cogliere le opportunità che si presentano (market timing , security selection) .

Questa attività spesso è di beneficio solo agli operatori che lucrano altre commissioni dalla ulteriore vendita di altri prodotti .

Studi, analisi e ricerche hanno dimostrato la straordinaria difficoltà dell’attività previsiva ; la ricerca accademica , soprattutto statunitense, e le evidenze empiriche mostrano come le strategie “previsive” siano in realtà molto meno promettenti di quanto si sia portati a pensare : finanche l’attività di gestori professionali non consente di realizzare extra rendimenti sistematici e significativi rispetto ai mercati di riferimento.

Un sistema di controllo, per definirsi tale, dev’essere caratterizzato da un insieme di strumenti che permettono : di valutare la condizione di normalità ( e, di conseguenza, di anormalità) dell’oggetto sottoposto al controllo; sapere in anticipo quali situazioni eccezionali possono presentarsi e, per ogni situazione, sapere cosa fare e come farlo . Nel momento in cui si riscontrerà una situazione critica, in base all’analisi della situazione stessa, si prenderanno le misure del caso.

SENZA CONTROLLO NON C’E QUALITA’

 

La manutenzione del portafoglio.

Principalmente si dividono in :

-manutenzione ordinaria

-manutenzione straordinaria

Lo scopo è riportare l’investimento al suo stato d’equilibrio, compromesso da una fonte di variazione esterna.

Nello specifico abbiamo :

-A-

Fonte di variazione :                     risparmiatore

Manutenzione ordinaria :           allineamento

Manutenzione straordinaria :    revisione delle esigenze

Il ciclo di vita del risparmiatore è destinato a evolversi ed i cambiamenti devono essere registrati a livello economico-finanziario. Tali eventi possono avere influenza sul conto economico, la cui modificazione può portare alla definizione di una diversificazione patrimoniale che deve essere allineata alla nuova situazione .

Mentre la revisione delle esigenze si attiva a fronte di eventi straordinari, che producono un repentino ed importante cambiamento di vita del risparmiatore.

-B-

Fonte di variazione  :                    mercati

Manutenzione ordinaria :           adattamento

Manutenzione straordinaria :    revisione strategica

Le risorse iniziali tenderanno a variare nel tempo, a causa dell’andamento dei mercati e dei benchmark, e ciò produrrà un allontanamento della diversificazione, in termini sia assoluti sia percentuali, rispetto ai valori inizialmente stabiliti. L’intervento manutentivo di adattamento consiste allora nell’assorbimento di queste modificazioni. La revisione strategica è necessaria in quanto il contesto economico-finanziario è in continua evoluzione e dunque è possibile che i trade-off dei mercati (punto di equilibrio tra rendimento e rischio) e le loro relazioni si modifichino, variando così, a loro volta, i profili degli investimenti .Questi mutamenti sono abbastanza lenti, ma è possibile che a un certo punto la variazione diventi intollerabile e quindi si renda necessario un intervento significativo per riportare gli investimenti in un ambito di rischio/rendimento accettabile. Il monitoraggio del benchmark (frequenza semestrale) significa tenere sotto controllo nel tempo la sua oscillazione ( la deviazione standard) ed il potenziale di rendimento.

-C-

Fonte di variazione  :                   Oicr (strumento d’investimento)

Manutenzione ordinaria :           aggiustamento

Manutenzione straordinaria :    revisione tattica

La scelta di ciascun Oicr è effettuata soprattutto in funzione della capacità del gestore di replicare il benchmark di riferimento. Questa qualità può variare nel tempo ed è possibile che le scelte del gestore incidano negativamente sull’andamento del portafoglio .

In genere si è portati a pensare che l’elemento importante da tenere sotto controllo sia rappresentato dal rendimento, sicuramente importante, ma non il solo . L’elemento più importante è il governo del profilo di rischio dell’investimento.

Infine, frasi del tipo : “ci incontreremo periodicamente per valutare i risultati” o” periodicamente verificheremo le performance ottenute” possono solo testimoniare una scarsa professionalità del proponente e. cosa più importante, rappresentano una seria minaccia per le risorse e la serenità del risparmiatore.

Solo una calendarizzazione delle attività di controllo (e non frasi o proposizioni vaghe) e di assistenza denota una certa professionalità .

Le pagine che ci hanno preceduto, ci rendiamo conto, si scontrano fortemente con le modalità “tradizionali” d’intendere l’espressione “investire al meglio” .

Concludendo, il principio cardine del tema è : la diversificazione delle risorse del risparmiatore va fatta in funzione della sua struttura delle spese, attuali e future, e non in funzione dei mercati. Siamo convinti che tale pratica potrà generare un grande beneficio, per una vita finanziaria più serena e soddisfacente .

In ultimo, se pensate di saper fare tutto questo o che già altri a cui Vi appoggiate lo abbiano fatto : SIETE A POSTO

Diversamente , Vi consigliamo di avvalervi di un Professionista serio e preparato .

Per maggiori approfondimenti si rimanda a :

 

Educazione Finanziaria e Formazione

Check up finanziario-patrimoniale-previdenziale-assicurativo

Pianificazione Patrimoniale

Check up finanziario-patrimoniale

Consulenza Finanziaria-Patrimoniale

Pianificazione Finanziaria

Faq’s

-Come posso rendermi conto di essere in linea rispetto a quello che ho letto ?

Consigliamo di andare al Questionario di Autodiagnosi

-Maggiori delucidazioni sulla pianificazione personale dove posso raccoglierle ?

Consigliamo di andare a : Area Approfondimenti-Privati-Pianificazione Finanziaria  –  Pianificazione Patrimoniale

Dove posso trovare le informazioni più operative sull’erogazione del servizio ?

Consigliamo di andare a : Area Services-Check up finanziario-patrimoniale