Consulenza Previdenziale
Premessa
Gli italiani da qualche anno stanno prendendo atto che un altro pezzo di “Welfare State” viene a mancare : le pensioni di Stato .
Qualche dato americano per fare qualche confronto con la realtà italiana :
- negli USA l’importo medio di un piano pensionistico è di $Usa 121.200 ;
- per i dipendenti la deducibilità massima è di $Usa 15.000 l’anno ;
- per gli autonomi è di $Usa 40.000 l’anno ;
- il peso dei fondi pensione americani sulle attività delle famiglie è passato dal 12% (primi anni ’70 ) al 39% (fine 2006) .
Nel Mondo (dati Ocse fine 2005 ) il peso dei fondi pensione in % del Pil era nei vari Paesi (citati per brevità alcuni) il seguente :
al primo posto Islanda (111,9%) , al secondo la Svizzera (111,6%) a seguire : Olanda(106,2%), Stati Uniti (95%), Regno Unito(65,1%), Giappone (14,6%), Spagna (9%), Francia (7%), Germania (3,8%), Italia (2,6%).
Cifre impressionanti e sicuramente noi italiani abbiamo molta strada per raggiungerle. Anche lo Stato in termini di deducibilità fiscale dovrebbe fare dei passi in avanti .
La normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi, che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa. Il nostro sistema pensionistico rimane però caratterizzato da ampie disparità di trattamento tra diverse generazioni e categorie di lavoratori, nonché da aree ingiustificate di privilegio.
Ovviamente le varie riforme oltre a determinare un più sostenibile sistema previdenziale e ad eliminare alcune disparità di trattamento, ha fatto sì che il “Welfare State” si disimpegnasse per addossare maggiormente ai cittadini l’onere di ripensare e determinare il futuro previdenziale di ciascuno .
Ci soffermiamo maggiormente sull’ultima riforma e sinteticamente sulle novità introdotte dal D.L. 201/2011 trasformata in legge 214 cosiddetta riforma “Monti-Fornero” :
- allungamento dell’età pensionabile ;
- addio ai “vecchi” 40 anni di contributi ;
- dal 2012 introduzione del metodo contributivo per calcolare l’importo dell’assegno ;
- alcune deroghe all’applicazione delle nuove regole ;
- il taglio degli assegni ed alcuni blocchi alla rivalutazione delle pensioni ;
- aumento delle aliquote contributive per gli autonomi ;
- nuove condizioni poste per l’equilibrio previdenziale fra entrate ed uscite per le Casse Previdenziali.
Tutte queste modifiche nella sostanza hanno cambiato molto lo scenario, in sintesi per non dilungarci troppo in tecnicismi inutili : le persone in attività lavorativa da pochi anni e maggiormente i giovani che si apprestano ad iniziare a lavorare devono costituirsi da subito un pilastro aggiuntivo, pena alla fine del periodo lavorativo avere amare sorprese . Questo se l’attuale sistema previdenziale rimarrà tale, ancora peggio se ci saranno ulteriori modifiche con revisioni ancora più stringenti, cosa da mettere in conto.
Quindi anche in Italia si sono voluti istituire i tre pilastri :
- previdenza pubblica obbligatoria ;
- previdenza complementare collettiva volontaria ;
- previdenza complementare individuale volontaria.
Di fatto è arrivata l’ora del : welfare integrato ; le aziende ( per il progressivo defilarsi dello Stato) più che a ritoccare gli stipendi all’insù hanno badato a nuove formule di welfare aziendale : bonus per spese scolastiche, check up medici , spese per la formazione professionale, ecc… .
Ormai si ragiona in questi termini : le pensioni ? non “spettano” ma si costruiscono .
Il cambio non è solo terminologico, ma essenziale : a differenza del passato , la rendita pensionistica si costruisce seguendo un percorso che ci consente di raggiungere prestazioni adeguate alle nostre necessità; evitando il rischio povertà.
Operativamente
Analisi previdenziale
- La prima domanda da porsi (anche se si comprende che per un giovane è difficile) è : quando andrò in pensione ?
- La seconda domanda : conosco le regole del sistema, ovviamente tenuto conto dell’attività lavorativa che svolgo ?
- La terza domanda : dopo un’accurata analisi previdenziale attuale e futura, come faccio a pianificare e strutturare una valida previdenza complementare ?
Rispondere a queste comande non è semplice, anche perché stiamo parlando di una necessità fondamentale : il nostro futuro, la nostra autosufficienza economica dopo l’attività lavorativa (quando forse non possiamo più determinare i nostri guadagni , le nostre necessità economiche causa anche la vecchiaia e magari una cagionevole salute) .
A questo punto una soluzione (sicuramente il primo passo fondamentale) è quella di rivolgersi ad un esperto ed eseguire un CHECK UP PREVIDENZIALE.
La verifica, in sintesi, la si effettua in dieci mosse (tenendo conto che la regola basilare numero uno dice : la pensione si costruisce in gioventù ; il tempo è un alleato formidabile in termini di capitalizzazione e quindi di montante previdenziale da cui poi scaturisce l’assegno pensionistico):
- verifica dell’estratto conto previdenziale (a che punto siamo, quanto il nostro cassetto previdenziale già contiene) ;
- posso, mi conviene riscattare la laurea ?
- eventuali altri riscatti ?
- posso ottenere delle ricongiunzioni ( ho prestato nell’arco della vita lavorativa vari lavori, anche diversi, versando contributi in casse diverse) ;
- verifica della totalizzazione ( consente di cumulare, al momento della pensione, tutti i contributi versati anche in altre casse previdenziali diverse fra loro ) ;
- ho versato dei contributi volontari ?
- l’accredito figurativo del servizio militare (anche se con il venir meno dell’obbligo di leva gli interessati sono sempre molto meno) ;
- l’accredito di altri contributi figurativi (tipo : malattia ed infortunio, congedo per maternità, congedo per gravi motivi famigliari, permessi per assistenza a famigliari affetti da handicap grave, periodi di aspettativa, ecc…) ;
- eventuali soluzioni previdenziali alternative già avviate o da avviare : piani individuali pensionistici, risparmio ed investimenti, fondo previdenziale , TFR .
Dopo aver effettuato questa doverosa analisi possiamo passare ad architettare il nostro futuro .
Obiettivi, Pianificazione e Soluzioni
Quando si parla di previdenza e pensioni si guarda al futuro.
La sfida è dare una struttura al futuro : strappare il velo che l’ammanta e lo rende indefinibile e irriconoscibile ; compiere scelte consapevoli che contribuiscano a costruire, giorno dopo giorno, anno dopo anno, l’identità di ciò che saremo quando avremo smesso di lavorare. Non si può sempre pretendere che qualcuno pensi a noi (la famiglia, i figli, lo Stato) ; al di là del contesto sociale l’importanza del risparmio previdenziale è individuale tenuto conto dei fattori lavorativi, economici, di crisi finanziarie, l’incidenza della ridotta crescita economica (PIL) che incide sulla rivalutazione delle rendite future, l’incidenza delle decisioni economiche attuali che incidono sul futuro, l’aumento della vita media (l’adeguamento all’aspettativa di vita riduce l’assegno fino al 3%) ed il procastinarsi dell’età pensionabile, investire bene il TFR ( può far recuperare la scopertura del primo pilastro previdenziale), ecc… .
Come possiamo vedere i fattori sono molteplici e non semplici . La pianificazione previdenziale si incastra agevolmente e né fa parte con la Pianificazione Finanziaria e Pianificazione Patrimoniale a cui si rimanda alle specifiche aree per maggiori approfondimenti .
Aree Privati : Pianificazione finanziaria e Pianificazione patrimoniale
Prima di pianificare bisogna stabilire degli obiettivi :
a)stabilire gli obiettivi di vita e conseguenti livelli di reddito;
b)calcolare con la minor approssimazione possibile entrate ed uscite una volta smesso di lavorare;
c)non rimandare questi calcoli : ciò comporterebbe maggiori rischi .
Una volta determinati gli obiettivi si passa al check up previdenziale (cosa ho fatto fino adesso , cosa ho accantonato al momento, sulla base del montante previdenziale attuale e prospettico che assegno ho diritto) per poi effettuare dei check up periodici verificando la totalizzazione ed eventuali ricongiunzioni previdenziali .
Successivamente si esegue il calcolo del tasso di sostituzione (la percentuale rimanente scoperta a garantirmi lo stesso livello di reddito di quando lavoro e quando andrò in pensione ) .
Tanto per fare un esempio detto tasso è passato e passerà dal 2000 al 2050 al :
- dipendente settore privato dal 70% al 58% (uomo) ; dal 70% al 48% (donna) ;
- autonomo dal 70% al 45% (uomo) e dal 70% al 29% (donna) .
Questa aliquota determina la contromisura effettiva di quanto devo destinare alla costruzione del “secondo pilastro” e/o del “terzo” ovvero la pensione integrativa .
A questo punto si sceglie lo strumento più idoneo a raggiungere gli obiettivi prefissati .
Successivamente, soprattutto se si è scelto un fondo pensione, sarà fondamentale la manutenzione del “secondo o terzo pilastro” previdenziale .
Gli strumenti per realizzare gli obiettivi d’integrazione dell’assegno pensionistico sono vari :
- Piani integrativi pensionistici ;
- polizze rendite (più specifici) o miste (con l’aggiunta dell’assicurazione morte sul durante ma questa garanzia ha un costo che incide sul montante dei premi lordi versati quindi è meno congeniale delle rendite) ;
- piani di risparmio misti : una parte in forme prettamente finanziarie da riconvertire in capitali da versare in un premio unico all’approssimarsi dell’età pensionabile e polizze rendite oppure PIP oppure un fondo pensione ;
- fondi pensione .
Vogliamo soffermarci su quest’ultimo strumento, in quanto lo consideriamo più congeniale all’utilizzo ed all’obiettivo , inoltre meno costoso degli altri strumenti e fiscalmente più agevolato .
I fondi pensione possono essere :
- negoziali ( sono forme collettive di previdenza integrativa o complementare riservati a gruppi di lavoratori ed ai propri datori di lavoro , quindi l’accesso non è per tutti ) ;
- aperti (come dice la stessa parola sono aperti a tutti e gestiti da società di gestione del risparmio) .
Ci soffermiamo su quelli aperti .
- L’adesione può avvenire in forma collettiva o individuale ;
- i costi sono notevolmente più bassi dei tradizionali fondi comuni d’investimento;
- sono soggetti alla vigilanza degli Organi Istituzionali ;
- non c’è obbligo di versamento prestabilito ;
- sono gli strumenti fiscalmente più interessanti ;
- ci sono alcuni vincoli al riscatto del capitale ;
- ci si può spostare e senza penalità da un fondo ad un altro trasferendo il proprio montante previdenziale;
- all’interno dei singoli fondi ci sono più comparti (da quelli più cautelativi a quelli più rischiosi) dove liberamente ci si può spostare o versare i singoli apporti .
Ci soffermiamo su quest’ultimo punto per trattare il “life-cycle” .
Cosa s’intende per “life cycle” ? Banalmente in italiano : ciclo di vita .
Cosa significa ?
Consideriamo che un giovane di 25 anni aderisce ed inizia il versamento su fondo pensione aperto e consideriamo che il suo obiettivo alla pensione è fra i 65 ed i 70 anni d’età ; vuol dire che andrà in pensione fra circa 40-45 anni .
Considerando l’arco temporale sarà meglio per lui versare tutto su un comparto obbligazionario o tutto su un comparto azionario e/o misto .
Ecco qui entrano in gioco diverse variabili anche soggettive. Indubbiamente avendo tanti anni a disposizione dovrà scegliere un comparto che potrà garantirgli una capitalizzazione maggiore nel tempo (azionario) gradualmente potrà spostarsi sui comparti obbligazionari ed al raggiungimento dell’età pensionabile (sul comparto monetario/garantito) garantirsi un montante più elevato e messo al sicuro da eventi finanziari negativi che potrebbero decurtare il montante accumulato .
Quando parlavamo di manutenzione intendevamo questo : durante il ciclo degli anni effettuare una gestione nella gestione (passare o consolidare i guadagni da un comparto all’altro in relazione all’età ed anche ai cicli dei mercati finanziari) . Questo è il “life cycle” studiato dall’economista Premio Nobel Modigliani .
Entrano in gioco due variabili importanti :
- rendimento (l’importanza di una buona gestione) ;
- tempo (pensarci dopo costa) .
Anche i costi hanno un’incidenza importante : i fondi pensione costano mediamente lo 0,2% l’anno per chi tiene le posizioni a lungo a fronte di valori dieci volte più alti per i piani d’investimento privati.
Concludendo, abbiamo visto che effettuare un Check Up Previdenziale fa emergere le nostre esigenze previdenziali, determinare i nostri obiettivi ; infine eseguire una valida pianificazione previdenziale non è semplice e sicuramente è una esigenza fondamentale per la nostra vita .
Scegliere lo strumento più idoneo e nel tempo gestirlo secondo le variabili personali ed economico-finanziarie oltremodo non è semplice .
Ecco la valenza di affidarsi ad un esperto in materia, che ci conduca per mano sia nell’analisi previdenziale che successivamente nella pianificazione, la scelta dello strumento e la sua manutenzione nel tempo ; in una parola un Consulente Finanziario-Previdenziale affianco a noi e che ci consigli per il nostro bene (nel senso che non deve effettuare consulenza e vendita di prodotti in quanto questo configurerebbe un “conflitto d’interessi “ con tutte le conseguenze del caso ) .
Per maggiori approfondimenti sulla materia si rimanda a :
Area Principale-Consulenza Finanziaria Patrimoniale e Educazione Finanziaria e Formazione
Area Service: Consulenza previdenziale ed assicurativa
Faq’s
-Cos’è la “busta arancione” dell’INPS ?
E’ l’informativa in cui viene indicata la stima della prestazione pensionistica in via di formazione. Pur essendo prevista dalla legge dal lontano 1995, solo nel 2015 l’INPS ha iniziato a spedire le prime buste indicando ai propri iscritti : quanto potranno incassare come assegno pensionistico e quando.
-Cosa copre la polizza “Long Term Care” ?
E’ una polizza che copre l’individuo dal rischio di non autosufficienza . Con l’aumento dell’aspettativa di vita, anche gli strumenti di welfare si trovano ad affrontare nuove esigenze. Copre le malattie tipiche di vecchiaia o in senso più complessivo il rischio di “non autosufficienza”. La polizza scatta, erogando un capitale o fornendo l’assistenza a domicilio o presso strutture idonee, quando un individuo perde la capacità di attendere autonomamente alle proprie attività elementari quotidiane (lavarsi, vestirsi, mangiare, muoversi, ecc..) .
-Cos’è la polizza “dread desease” ?
E’ una copertura complementare, abbinata ad una assicurazione vita, contro l’insorgenza di una malattia particolarmente grave. Ha finalità soprattutto previdenziali, offrendo sostegno economico in caso di grosse spese per interventi chirurgici . All’insorgenza della malattia l’assicuratore si impegna a pagare un anticipo sul capitale assicurato per il caso morte (forma anticipativa) o in aggiunta a quest’ultimo (forma aggiuntiva).
-Cos’è il “life cycle” ?
Piano d’investimento a fini previdenziali che prevede meccanismi che consentono la graduale riduzione dell’esposizione al rischio finanziario all’aumentare dell’età dell’aderente, in modo di capitalizzare e consolidare i risultati.
-Cosa sono i sistemi a capitalizzazione ed a ripartizione ?
Il primo i contributi versati vengono accantonati ogni anno ed investiti, in modo tale da creare un capitale che, al momento di andare in pensione, verrà trasformato in rendita vitalizia ; il secondo i contributi versati dagli assicurati in un determinato anno sono destinati a finanziare l’erogazione delle pensioni alla popolazione inattiva dello stesso esercizio (sistema utilizzato dall’INPS) .
-Cos’è il tasso di sostituzione ?
Nella previdenza obbligatoria è comunemente indicato dal rapporto fra la prima rata di pensione che si riscuoterà e l’ultimo stipendio percepito. E’ un dato importante che permette di valutare se la pensione che si riscuoterà sarà sufficiente a garantire un tenore di vita adeguato .