Investimenti
Prefazione
Mettereste a rischio il frutto dei sacrifici di una vita in un’attività che non capite?
Certamente no, eppure quando si parla di risparmio ed investimenti spesso le famiglie/individui hanno la sensazione di dover affrontare un terreno troppo difficile, pieno di insidie.
E’ passato del tempo dagli anni ’80 e ’90 quando gli italiani compravano solo titoli di Stato illudendosi di guadagnare molto per effetto dei tassi molto alti (nel frattempo l’inflazione anch’essa era molto alta, quindi il risultato netto era abbastanza ridicolo) , oggi il risparmio è più distribuito ed è allocato in molteplici strumenti ma ancora abbastanza sbilanciato .
Per questo resta immutata l’esigenza di un approccio sempre più maturo, consapevole ed informato alla gestione del proprio denaro.
In questa sezione parleremo degli strumenti finanziari ed anche di alcune variabili importanti legati a tali prodotti , infine illustreremo delle metodologie operative .
Per una maggiore comprensione e consapevolezza suggeriamo anche di approfondire :
Area Principale-Educazione Finanziaria-Formazione.
Mercati
Gli strumenti sono trattati prevalentemente nei mercati regolamentati (Borse Valori) e non regolamentati .
I Paesi più importanti hanno tutti una borsa valori . Tuttavia le borse hanno pesi diversi rispetto alla capitalizzazione borsistica mondiale ; ad esempio Milano conta a malapena l’ 1% , la più importante è quella Statunitense : Wall Street .
Uno degli errori principali che i risparmiatori commettono è quello d’investire nei titoli della borsa a loro più vicina (per gli italiani : Milano) , tralasciando i mercati ben più rappresentativi ed anche più profittevoli nella storia (ad esempio Wall Street) .
Cosa rappresentano gli indici ?
Gli indici borsistici sono rappresentativi di un paniere di azioni, solitamente quelle più importanti . Ci sono diversi indici : Ftse Mib (italiano rappresentativo delle 30 azioni più importanti per capitalizzazione borsistica ) come il Dow Jones (americano anch’esso rappresentativo delle principali 30 azioni americane) e così via . L’importanza dell’indice (che non tiene conto dei dividendi) è lo specchio sintetico del suo andamento nella giornata , nell’anno oppure per serie storiche più lunghe .
Nelle borse si trattano i titoli (azionari, obbligazionari, ecc..) , si possono comprare e vendere e dalla domanda e relativa offerta si forma un prezzo. Questo prezzo non sempre, soprattutto nel breve, indica il vero valore del titolo ; la speculazione (prendendo spunto dalle notizie che escono o dagli accadimenti di breve) tende a far fluttuare il prezzo degli strumenti anche con vistose escursioni giornaliere.
La fluttuazione del prezzo è un indice di liquidabilità del titolo ( a volte mal sopportato soprattutto quando si perde) , quindi è un elemento positivo (pensiamo agli immobili che non hanno un prezzo giornaliero o addirittura al secondo e per questo non hanno una liquidabilità immediata).
A proposito di liquidabilità di un titolo (riguarda sia le azioni che le obbligazioni) sono molto importanti la capitalizzazione ed il flottante : il primo indica il valore di mercato totale del titolo (più è alto e meglio è; pensiamo alla Apple che capitalizza da solo più di tutto il listino italiano) ; il secondo più è ampio e più facile trovare compratori e venditori per quel titolo.
Una prerogativa dell’investimento nel settore azionario è l’orizzonte temporale ; infatti una azione è rappresentativa di una azienda, quest’ultima per procurare una certa soddisfazione all’azionista ha bisogno di esplicare i suoi progressi nel tempo ( le fluttuazioni positive e negative giornaliere e di breve periodo sono frutto della speculazione ) .
A proposito della speculazione (che incide sul corso dei titoli specialmente nel breve termine in maniera determinante ed arreca molte preoccupazioni agli investitori con un raggio temporale più lungo) , vogliamo analizzare di seguito alcune tematiche .
Il mondo finanziario negli ultimi anni ha fatto passi giganteschi che possiamo riassumere nei seguenti punti :
-aumento della ricchezza, soprattutto nelle aree emergenti ;
-aumento delle possibilità di approccio alle borse ;
-aumento delle possibilità d’investimento, anche per piccole somme soprattutto con i derivati a leva , e degli strumenti d’investimento ;
-la diffusione della tecnologia, soprattutto con le piattaforme d’investimento on-line ;
-la possibilità d’approcciare mercati anche lontani e quindi la diffusione delle aree d’investimento (la circolarità dei capitali) ;
-l’avvento, sempre più massiccio delle banche d’investimento e/o l’aumento dell’attitudine delle banche tradizionali ad effettuare investimenti speculativi e meno tradizionali nell’economia reale ;
-sistemi di trading veloce basato su algoritmi (High Frequency Trading – HFT) , con notevoli impatti e rischi (si ricorda il “flash crash” sull’indice Standard&Poors del 6 maggio 2010- una seduta passata alla storia ) ;
-l’uso sempre più frequente e massiccio dei derivati ;
-l’uso sempre più frequente degli scambi titoli fuori dai mercati regolamentati , soprattutto dei derivati, senza trasparenza con effetti rilevanti .
Tutti questi fattori , pur in certi casi portando benefici, hanno creato l’aumento della speculazione e quindi le fluttuazioni in positivo e negativo dei titoli . Bisogna, per chi si accinge ad investire sui mercati in strumenti finanziari , tenerne conto e conviverci . Sul breve possono creare instabilità emotiva . Perché sul breve? Perché il breve termine è speculazione , nel medio-lungo prevalgono i fondamentali di un titolo e quindi le fluttuazioni nel breve vengono assorbite nel tempo.
Questi fattori, fanno sì che si propende sempre più spesso per l’analisi tecnica di un titolo ed al “market timing” rispetto all’analisi fondamentale, soprattutto in fase di acquisto .
Miscellanea
Sui rischi dei titoli di Stato e delle obbligazioni in generale.
Questo rischio, sconosciuto in linea di massima in passato almeno per la maggior parte degli Stati, a seguito della crisi finanziaria è diventato una costante .
I principali pericoli sono dati da :
-il rischio tasso;
-il rischio di insolvenza dell’emittente ;
-il rischio valutario;
-il rischio di liquidità.
Ovviamente questi rischi sono presenti in tutti i tipi di obbligazioni.
Vogliamo soffermarci sul rischio d’insolvenza dell’emittente per i titoli di Stato.
I titoli di Stato sono valutati dalle agenzie di “rating”.
Il rating viene espresso per lettere dell’alfabeto : dal più alto AAA fino al più basso D con gradazioni varie e con uno spartiacque : investment grade (adatte all’investimento) che và dalla AAA alla Baa3 o BBB- ; speculative grade (adatte a solo scopo speculativo) da Ba1 o BB+ a D .
Questo spartiacque è molto importante in quanto la maggior parte degli Investitori Istituzionali (tipo per esempio fondi, fondi pensione, ecc..) non comprano “speculative grade” .
Il rating viene assegnato sul grado di affidabilità attuale ed in prospettiva futura ed è sottoposto ad una costante osservazione. Le principali agenzie riconosciute a livello mondiale sono : Moody’s , Standard&Poor’s, Fitch .
Per quanto queste agenzie sono state messe sotto accusa per alcuni “curiosi giudizi” e per l’attendibilità sincera e non manovrata di alcuni giudizi in alcune fasi temporali di mercato, i loro giudizi vanno comunque sempre tenuti in debito conto .
I termometri che vengono utilizzati per definire un rating nella fattispecie sono :
-Rendimento/credit spread : più il rendimento è elevato tanto maggiore sarà il rischio tasso, il rischio emittente, il rischio valutario ed il rischio liquidità ; lo spread sarà valutato e commisurato rispetto al titolo “più sicuro” sul mercato con affidabilità massima (tipo il BUND tedesco) e sarà la differenza fra uno e l’altro, oppure rispetto ad un qualsiasi altro titolo (ad esempio fra BTP-italiano e BONOS-spagnolo) .
-Credit Default Swaps : detti CDS sono contratti in cui una controparte accetta, contro un pagamento periodico, di ricevere obbligazioni (o prestiti) di un determinato debitore al valore nominale, nel caso quest’ultimo dichiari insolvenza durante la vita dello swap. In sostanza si tratta di un’assicurazione contro la probabile insolvenza di un determinato debitore. Ovviamente più questo valore è alto , più devo pagare per questa assicurazione , quindi significa che quel titolo di quell’emittente è più rischioso.
-Tasso di default implicito : valutato il CDS è possibile fare il percorso a ritroso ovvero determinare la probabilità d’insolvenza implicita del costo del CDS . Questo parametro indica in termini percentuali quante possibilità ci sono che un emittente vada in default nei successivi anni .
Consideriamo che nel recente passato ci sono state diverse scottature : Islanda, Argentina, Lehman Brother’s , la sempre traballante Grecia . I titoli italiani attualmente sono un gradino sopra l’Investment grade quindi non godono di grandissima fiducia causa il grosso fardello di debito sulle spalle. I titoli italiani oggi sono il terzo al mondo per quantità (debito) in circolazione ed anche questo non è un bel record .
La convinzione che un investimento in titoli di Stato sia sempre un investimento sicuro deve far riflettere :
-un investimento in titoli di stato o in generale obbligazionario significa acquistare un debito di uno Stato o di una azienda ;
-in quanto tale è considerato “carta” nel senso che non è nulla di “certo e produttivo” non è un bene “reale” ;
-hanno i loro rischi e li abbiamo visti ;
-hanno un loro rischio di mercato a seconda dei tassi e della durata del prestito .
Per fare un esempio, di seguito indichiamo sommariamente quale bond per quale investitore :
-Propensione al rischio
Bassa : durata breve, caratteristiche semplici, rendimento basso ;
Media : durata media, caratteristiche relativamente complesse, rendimento medio-basso;
Elevata : durata lunga, caratteristiche complesse, rendimento elevato.
-Difesa del capitale
In linea con l’inflazione : cedola variabile, rendimento di poco superiore all’inflazione, prezzi stabiliti ;
Elevata maggiorazione su inflazione : cedola fissa lunga, rendimento molto superiore all’inflazione, ma possibilità di subire perdite rilevanti .
-Esigenze di cassa
Cassettista : titoli poco liquidi, indifferenza all’andamento dei prezzi dei titoli ;
Trader : titoli liquidissimi, massima attenzione all’andamento dei prezzi dei titoli .
Le dieci regole da seguire prima d’investire in obbligazioni :
-cassettisti o trader ?
-flusso cedolare o zero coupon ?
-propensione al rischio ?
-le caratteristiche dei prestiti ;
-tipologia della cedola ;
-i mercati anticipano ;
-sempre in guardia ;
-titoli non euro ;
-portafoglio difensivo ?
-portafoglio aggressivo ?
Il dilemma dell’obbligazionario
Comunemente si pensa che investire in obbligazioni sia relativamente più facile rispetto alle azioni .
L’esperienza non dice questo .
Sul mercato ci sono innumerevoli proposte , la scelta si caratterizza secondo le esigenze , il tempo a disposizione per l’investimento , l’obiettivo primario , il rischio che si vuole assumere , il rendimento .
Un altro mito da sfatare , gli ultimi cinque anni insegnano che non esistono investimenti senza rischi ; il mercato obbligazionario è incluso fra gli investimenti rischiosi . Ovviamente c’è una graduatoria dei rischi ma il così detto “free risk” ( senza rischio) è tramontato definitivamente .
Da questo ne consegue un diverso approccio agli investimenti includendo anche quello obbligazionario .
Alla base di ogni scelta , razionalmente , si deve tenere conto principalmente di :
-scelta oggettiva
-scelta soggettiva
Infatti , ci sono una serie di variabili che possono condizionare pesantemente la scelta :
-essendo un prestito la garanzia dell’emittente è la prima condizione ;
-il tempo di durata del prestito ;
-il tasso di tipo fisso o variabile ;
-le modalità di rimborso del prestito ;
-la valuta dell’obbligazione .
Fra le scelte oggettive possiamo enumerare le seguenti :
-la garanzia dell’emittente ;
-le modalità di rimborso del prestito ;
-il tipo di tasso in relazione alle previsioni d’inflazione e quindi di politica monetaria .
Fra le scelte soggettive possiamo enumerare le seguenti :
-la rischiosità dell’investimento in relazione al ricavo ;
-il tempo di durata dell’investimento ;
-la valuta dell’obbligazione .
Un’ultima annotazione :
lo spartiacque del tasso : fisso o variabile ?
Questo è un elemento spesso sottovalutato che può dare sorprese anche molto negative .
Infatti , il corso di una obbligazione dipende molto dalla politica futura dei tassi .
Questo è forse l’elemento più difficile da quantificare per un risparmiatore .
Ad esempio : compro una obbligazione a tasso fisso , durata dieci anni ad un prezzo di 100 tasso del 5% lordo annuo in un momento di tassi bassi . Cosa può succedere ? Gli scenari possono essere :
-i tassi rimangono stabili , quindi il prezzo (corso) rimane stabile , incasso la cedola ;
-i tassi diminuiscono ulteriormente , il prezzo aumenta , incasso la cedola ed il titolo mi si rivaluta (101,102,ecc..) ;
-i tassi aumentano poco , molto , incasso sempre la cedola in quanto svincolata dal prezzo (corso) ma quest’ultimo potrebbe subire considerevoli deprezzamenti ( 95 , 90 , 85 , ecc ) , a quel punto per incassare il prezzo speso (100) dovrò attendere la scadenza naturale dell’obbligazione (sempre che rimborsi 100 ) .
Tutto quello che abbiamo detto sopra, nel caso di una obbligazione a tasso variabile succede esattamente il contrario nelle varie fasi .
Le obbligazioni a tasso variabile sono quelle più adatte a seguire l’elemento inflazione e quindi la politica monetaria con una rischiosità più contenuta rispetto a quelle a tasso fisso .
Come abbiamo visto non è così facile come si pensi , la migliore cosa è farsi seguire da un Consulente Finanziario esperto .
Difendersi dalle obbligazioni rischiose
Il mondo delle obbligazioni è immenso : si va dai titoli “sicuri” a titoli altamente speculativi oppure complessi.
Da Cirio, Parmalat, Argentina, per arrivare recentemente ai titoli subordinati delle Banche risolte : vademecum per tutelarsi e come capire i rischi .
La prima regola del risparmiatore è di evitare di acquistare un prodotto finanziario se non si è compreso fino in fondo come funziona, in che modo vengono remunerati gli interessi e rimborsato il capitale.
Dopo la recente crisi delle banche ci si è chiesti : vietare i bond subordinati ?
E’ un’ipocrisia, in quanto è giusto che ci siano anche questi strumenti ; semmai porsi il problema in altri termini : a chi riservare l’acquisto di questi strumenti ? Regolamentare in maniera più stretta la vendita di questi strumenti ?
Le obbligazioni che siano emesse da banche o da aziende bisogna prestare attenzione ad alcuni parametri :
-prezzo
-bassa liquidità
-struttura dell’obbligazione
Questi sono tre rischi importanti delle obbligazioni che le famiglie/risparmiatori devono tenere conto .
Prima di accettare offerte di vendita agli sportelli bancari bisogna :
-controllare i titoli offerti con altre obbligazioni simili sul mercato
-guardare il grafico dei prezzi
-capire se il bond è strutturato ( cioè ha derivati incorporati ) .
Come abbiamo visto, il rischio emittente è fondamentale ( a chi sto imprestando i miei soldi ? ) quindi bisogna scoprire se la banca o l’azienda che emette obbligazioni è solida .
Uno dei parametri per capire se la banca è solida è : il Cet1 , è la misura del capitale primario rapportato agli impieghi a rischio dell’istituto ; un Cet1 inferiore al 11% (media degli istituti italiani) accende una lampadina rossa ; più il coefficiente è al di sopra di 11 più la banca è sicura . Infatti il fardello dei prestiti deteriorati è il dato che indica la fragilità dell’istituto di credito .
Per le aziende vale il concetto del bilancio con i seguenti parametri importanti da tenere d’occhio :
-debito
-margini lordi
-capitale
Se il debitore ha scelto di avvalersi di un rating : la scala del rating può sintetizzare il grado di rischio.
Un’ultima regola aurea : negli investimenti più si rischia, più si guadagna o si perde .
Ultimo accorgimento : verificare i prospetti , porre attenzione su :
-tipologia del titolo
-rating
-fattori di rischio
-confronti
-quando i bond si trasformano in azioni.
Come districarsi tra i titoli di indici e listini
Le azioni sono gli strumenti finanziari più rischiosi dopo quelli a “leva” : vanno maneggiati con cura.
Liquide o illiquide, quotate e non quotate : come approcciarsi alle quote di proprietà delle aziende per gestirle nel proprio interesse.
Intanto bisogna guardare a :
-i fondamentali
-le diverse tipologie
-quando la società li riacquista
-i problemi vari
-i rischi
Una attenzione particolare a quelli non trattati : la vicenda delle Popolari non quotate e delle loro azioni rimaste invendibili dimostra che non sempre investire su valutazioni espresse da terzi e senza trasparenza si rivela positivo.
Fare da sé senza la dovuta competenza può comportare grossi rischi , meglio puntare su fondi ed Etf .
Le regole d’oro dell’investitore sono : informarsi bene e diversificare .
Analisi del bilancio , sua valutazione , conoscenza della società , rischi insiti di mercato e dell’azione stessa sono utili a verificare la solidità della società che si stà comprando .
Ci sono dei parametri che indicano la solidità e redditività di una società che sono :
-l’erning per share “EPS” (per capire il grado di redditività di una società)
-il rapporto prezzo/utile “P/e “ (per capire se un’azione è sopravvalutata oppure no)
-il return of equity “ROE” (rivela quanto un’azienda è capace di attrarre capitali)
-il dividendo ed il dividend/yield ( la capacità di generare utili e la sua distribuzione in
rapporto alla quotazione del titolo)
-per le banche core tier 1 e Cet1 ratio : è un coefficiente che fornisce informazioni sul livello di affidabilità delle banche , valuta il grado di capitalizzazione della banca in rapporto agli asset di cui dispone e alla luce del rischio che grava sulla banca stessa .
A livello di diversificazione è meglio puntare su :
-più aree e settori
-scegliere fra ciclici e non ciclici a seconda del ciclo di mercato in atto e prossimo
-mai fidarsi delle performance passate
Infine ci sono le IPO “offerta pubblica iniziale” , quando una società per la prima volta si colloca in borsa . Sinteticamente bisogna guardare attentamente il prospetto di collocamento e soffermarsi sui seguenti :
-condizioni dell’offerta
-price/book value (rapporto fra prezzo di offerta e patrimonio netto alla data di riferimento)
-rischio di illiquidità
-rating .
I passi per comprare il fondo giusto
I fondi sul mercato sono circa più di 12.000 !
Le prime mosse da compiere sono : individuare il livello di rischio e l’obiettivo d’investimento.
L’ampia offerta dà modo di poter scegliere, ma anche di generare confusione e d’incappare in prodotti inutili, dannosi, emessi solo a scopo di marketing .
Ovviamente bisogna tenere conto delle classificazioni e quando si fanno comparazioni bisogna farle con prodotti omogenei.
Ovviamente bisogna tenere conto delle tutele e delle avvertenze fra i vari fondi, ci sono quelli più rischiosi e meno rischiosi .
Mettendo nello stesso calderone per similitudine i fondi e gli Etf possiamo anche scegliere quelli a opzione attiva e passiva .
Fra questi strumenti si sta creando un dualismo fra chi propende per l’uno e chi per l’altro .
Noi propendiamo per il non dualismo, nel senso che sono strumenti utili, simili apparentemente
ma non uguali , quindi possono essere utilizzati tutti e due a seconda dei casi specifichi.
Infatti fra gli strumenti fondi ed Etf ci sono in tutte e due le categorie prodotti inefficienti ed efficienti, andiamo a vedere quali sono le differenze :
-hanno stili di gestione diversi (attivi e passivi, anche se fra le due scuole di pensiero è in atto un percorso di avvicinamento) e quindi costi diversi ;
-fra gli Etf ci sono anche strumenti a leva (al rialzo ed al ribasso) , per i fondi non esiste questa opzione ;
-gli Etf sono trattati giornalmente quindi si possono comprare e vendere come un singolo titolo ; i fondi hanno bisogno di qualche giorno in più ;
-forse il fondo è più adatto ad un investitore nel tempo , gli Etf sono adatti anche ai traders ;
-anche per i fondi, adesso è prevista la quotazione in borsa , seppur attivata da pochissime società al momento ;
-sul breve-medio termine, possono essere anche simili per performance ;
-sul lungo termine le capacità di un buon gestore di un fondo efficiente batte alla grande un Etf .
Recentemente c’è stata una revisione delle norme di trasparenza per i fondi che ha portato ad una novità sostanziale , l’adozione del “Kiid” : un documento sintetico con le informazioni fondamentali , più leggibile del vecchio “prospetto” molto più voluminoso . Unico difetto, non da poco : la poca chiarezza sui rischi !
La “bussola” per il risparmiatore, difendere il portafoglio : strategie di sopravvivenza .
Le continue mareggiate sui mercati lasciano un’impronta nella percezione collettiva, suscitando un senso permanente di cambiamento epocale, come se ogni giorno iniziasse una nuova navigazione ancor più insicura di quelle che l’hanno preceduta. Disorientamento quotidiano. E’ lo stato d’animo che colpisce il risparmiatore il quale sente vacillare certezze granitiche come l’investimento in titoli di Stato italiani, la forza dell’euro o il confine tra gli strumenti più rischiosi e quelli più tranquilli. Sono anni che assistiamo a grande volatilità, invitiamo (prudentemente) anche a “pensare positivo” , a valutare cioè le opportunità che possono derivare senza limitarsi solo a una conta dei danni che sembra non finire mai.
In primis ad orientarsi nel nuovo scenario :
-la cosa che possiamo fare, evitare di concentrare gli investimenti attuando una sana e robusta diversificazione ;
-verificare l’andamento dell’inflazione e muoversi in anticipo sulla scelta dei tassi : fisso o variabile ;
-cercare di garantire sempre il capitale, investire nel rischio più accentuato gli interessi ;
-darsi atto “della fine delle certezze” (solo titoli di Stato , solo immobili) e del “lungo termine” (sul breve e medio ci sono tante occasioni che il mercato presenta) ;
-pensare che “i porti sicuri” non esistono, qualsiasi asset può subire conseguenze (non bisogna ragionare in termini d’investimenti sicuri, ma di investimenti meno rischiosi di altri) ;
-alcuni investimenti non hanno rischi apparenti o che comunque si notano (il caso degli immobili, mi accorgo che non riesco a vendere al prezzo che voglio solo quando lo metto in vendita, perché non ha una quotazione continua giornaliera) ;
-se non abbiamo tempo, o voglia, o non riteniamo di essere all’altezza affidiamoci ad un buon consulente “oggettivo” ;
-quando investiamo non scegliamo quegli assets a noi più vicini o che conosciamo meglio (tipo le azioni sul mercato italiano) ma rivolgiamo la nostra attenzione al mondo ed alle oppurtunità che ci presenta ;
-quando compriamo un asset (per quanto si può presentare sicuro, tipo una obbligazione) dobbiamo sempre valutarlo attentamente ;
-prima d’investire, ancor prima quando abbiamo deciso un asset allocation seguiamo la direzione e non deragliamo al primo inconveniente (se abbiamo pianificato bene, tutto si sistemerà con il tempo) ;
-ancor prima , verifichiamo la “nostra tolleranza alle perdite” ;
-il PAC è un buon antidoto all’ansia ed alle perdite ;
-costruiamo il portafoglio, non seguendo le mode o i “consigli disinteressati di pseudo consulenti finanziari” ma secondo le nostre esigenze , gli obiettivi da raggiungere e soprattutto in base al nostro profilo
di rischio ;
-non andare solo al rialzo, consideriamo che oggi sul mercato ci sono ottimi strumenti per coprirsi dai ribassi del mercato ;
-valutare il peso del fisco, sui singoli strumenti e sui capital gain e sulle rendite finanziarie .
Infine indichiamo i dieci errori più comuni :
-mancanza di strategia ;
-investire in singole azioni ;
-cambiare spesso i propri investimenti ;
-investire in azioni invece che in società ;
-ignorare la propria reale intolleranza al rischio;
-comprare a un prezzo alto ;
-vendere ad un prezzo basso ;
-nutrire aspettative non realistiche ;
-pagare troppo per spese e commissioni ;
-agire dietro suggerimenti e voci di corridoio .
La cassetta degli attrezzi per investire in borsa
Per costruire il portafoglio ci sono diverse metodologie a seconda dello strumento che si vuole scegliere :
-Fondi : il sistema del PIC o del PAC o ambedue
-Il “Life-Cycle Portfolio” per adottare una tecnica commisurata alla propria vita lavorativa e post lavorativa ai fini della pensione .
Consigliamo di andare all’ Area Approfondimento-Privati-Consulenza Previdenziale ;
-Gestione attiva contro gestione passiva : ovvero utilizzare strumenti gestiti da gestori professionisti (tipo Fondi , pagando oneri più alti) o utilizzare strumenti non gestiti ma solo rappresentativi di un indice o di un paniere di attività ( tipo ETF o ETC , pagando oneri molto più bassi) ;
-Inoltre, come strategia : adottare più l’Analisi Tecnica (prezzi che si formano sul breve in correlazione con i flussi di acquisto e vendita e particolari figure di mercato indicanti il timing di acquisto e/o di vendita) con l’inserimento di “stop loss” ( indicazione di prezzo più basso di una percentuale prescelta tipo -5% , -10%, -20%, ecc.. di quello d’acquisto per calmierare le perdite ed uscire prima che queste diventino molto ampie e difficilmente recuperabili in tempi stretti ) ma senza trascurare l’Analisi Fondamentale ( come dice la stessa parola che indica i fondamentali dello strumento sul medio-lungo termine) .
Soluzioni Alternative
L’oggi, più che mai, necessita di un approccio pro-ciclico e selettività come chiave del successo .
E’ importante adottare un approccio che vada incontro ai bisogni dei clienti, individuabili principalmente in tre ambiti :
-crescita del capitale ;
-integrazione del reddito;
-ricerca di rendimenti a prescindere dall’andamento dei mercati .
Bisogna trovare soluzioni a tali bisogni, che vadano oltre i tradizionali portafogli .
C’è un nuovo contesto ma i bisogni sono sempre gli stessi . A tal proposito i risparmiatori devono essere consapevoli dell’importanza di una solida costruzione del portafoglio .
La stretta monetaria non è la fine dell’espansione, bisogna mantenere un atteggiamento pro-ciclico ; lo scenario economico rimane complicato e gli spazi di manovra sono decisamente ristretti.
In questo è molto importante “decorrelare” : una missione sempre più difficile visto il forte legame tra asset class .
Il concetto di sicurezza è notevolmente cambiato nel corso dell’ultimo quinquennio. La volatilità del portafoglio è diventata ormai una componente tipica anche del comparto obbligazionario.
Le interrelazioni tra i vari asset sono molto cambiate a partire dalla crisi del 2008. Turbolenze di mercato ed incertezza economica globale hanno ridotto il livello di reddito ottenibile dalle fonti tradizionali .
Obiettivo, oggi far fronte a due sfide principali : rialzo dei tassi e mercati azionari ai massimi storici .
Alcuni investimenti cosiddetti “non tradizionali” non sono di facile accesso al pubblico retail ; questi sono più specifici per decorrelare gli asset di portafoglio .
Interessante prendere in considerazione strategie alternative sul reddito fisso che puntino a rendimenti assoluti di lungo termine. Una strategia obbligazionaria può partire dalle proprie view sul mercato finanziario e cercare di ridurre la polarizzazione direzionale al ciclo economico.
Obiettivo : implementare strategie di copertura per eliminare i rischi direzionali .
I titoli in portafoglio devono presentare il miglior potenziale per generare rendimenti ripetibili e stabili nel lungo periodo.
Identificare azioni di qualità richiede uno sforzo per capire veramente il business di un’azienda, valutarla in rapporto ai suoi concorrenti ed al ciclo economico.
Effetti del dividendo, degli “split”, dei piccoli numeri nel tempo ( buone azioni di Società valide )
Citiamo una famosa frase di Warren Buffet : “analizza una Società, quando l’hai scelta, tienila e fai finta che la borsa chiuda per 10 anni “ . Cosa significa ? Significa che se ho scelto una Società solida, con un business ben visibile, ben gestita, capace di generare profitti nel tempo e sono entrato ad un prezzo equo , la volatilità del mercato e quindi le quotazioni sul breve non mi devono preoccupare più di tanto .
Infatti un buon investimento in una buona Società (azionario) per produrre i suoi effetti ha bisogno di un lasso di tempo opportuno. Un po’ come gli immobili .
Quindi uno dei fattori cruciali è il tempo !
Altro fattore importante : nel tempo le Società che producono utili , quindi sono redditizie, distribuiscono porzioni di questi utili sotto forma di dividendi ed aumenti di capitale gratuito (detti appunto “split”) per remunerare gli azionisti che hanno investito nella stessa azienda con fiducia.
Seguono alcuni dati e “case history” che parlano da soli .
-uno studio Morningstar : dal 1925 al 2008 i dividendi hanno costituito da soli oltre un terzo della performance complessiva del mercato azionario statunitense .
-altro studio : ipotizzando un investimento a 30 anni (ad esempio un accantonamento ai fini previdenziali) che rendesse l’8% l’anno (medie assolutamente storiche comprovate) con un dividendo del 2% (al di sotto delle medie storiche realizzate) reinvestito , 100 euro diventerebbero euro 1.745 , anche se si perdesse per strada il dividendo la somma si fermerebbe ad euro 1.006. La differenza sarebbe di 700 euro pari a circa il, 45% della performance complessiva.
Questi esempi dimostrano che anche piccoli numeri nel lungo periodo siano in grado di avere impatti significativi sulla redditività degli investimenti.
-Il caso storico di Abbot Laboratories – Nyse – ABT
Società farmaceutica , terza Società in assoluto per performance dal 1957 ad oggi che ha generato un rendimento annuo composto pari al 15,79% , fondata nel 1888 , presente in tutti i Continenti , con oltre 68.000 dipendenti ed un valore di 85 miliardi di $USA . La Società opera in tutte le aree della salute in particolare produce farmaci per l’HIV , artrite reumatoide, epilessia , disordini bipolari, obesità, malattie della tiroide, colesterolo ed ipertensione .A questo si associano altre quattro macro aree d’intervento : i prodotti nutrizionali, strumenti diagnostici ,attrezzature chirurgiche e prodotti per la salute degli animali .
il 16/4/1988 acquistiamo n. 2.359 azioni al prezzo di 42,38 USD per 100.000 USD , dividendo di 0,05 USD .
Nel 1986 primo split 2:1 le azioni diventano n. 4.718 , nel frattempo il dividendo ,che è stato pagato tutti gli anni , è salito allo 0,10 USD e genera 472 USD all’anno.
Nel 1990 altro split 2:1 le azioni diventano n. 9.436 , nel frattempo il dividendo ,che è stato sempre pagato , è salito a 0,20 USD e genera un incasso annuo di USD 1.887 .
Nel 1992 altro split 2:1 le azioni diventano n. 18.872 , nel frattempo il dividendo , che è stato sempre pagato , è arrivato a 0,29 USD per azione generando un incasso annuo di USD 5.473.
Nel 1998 altro split 2:1 le azioni sono diventate 37.774 , nel frattempo il dividendo , che è stato sempre incassato tutti gli anni , è arrivato a 0.59 per azione generando un flusso di USD 22.287 l’anno .
Il 23 maggio 2008 l’azione quota 54,71 USD moltiplicato il n. di azioni 37.774 abbiamo un capitale di USD 2.066.616 pari a circa più di 20 volte la somma investita nel 1988 !
Il dividendo , sempre pagato ogni anno , è arrivato per azione a USD 1,44 e genera quest’anno un flusso di 54.395 USD pari al 2,65% circa del capitale investito .
Ma negli anni il dividendo totale ha fruttato USD 566.944 ! Passando dall’originario 0,05 USD per azione del 1988 all’ 1,44 USD del 2008 .
Come si nota il valore dell’azione sembrerebbe non essere aumentato molto ( 1988 a 42,38 USD a 54,71 USD del 2008 ) e sicuramente nell’arco degli anni è salito molto di più come è sceso molto . Questo sta a significare che la volatilità e la speculazione del mercato determinano entrate ed uscite con grossi guadagni e perdite sul durante , ma l’investimento continuo genera ritorni importantissimi !
Altro elemento da tenere in debita considerazione : GLI INDICI DI BORSA NON TENGONO CONTO DEI DIVIDENDI E DEGLI SPLIT !!!!!!!!!!!!!
Infatti il dividendo genera il 54% del capitale investito originario ( USD 54.395 contro USD 100.000 )!
I soli dividendi hanno generato un ritorno di ben più 5 volte il capitale originario investito ( tot. dividendi USD 566.944 contro USD 100.000 ) !
Dati al 2008, al 10.02.2017 l’azione quota uds 42,74 .
-Altro caso : Pepsico Inc. – Nyse – PEP .
La famosa Pepsi Cola , ogni spiegazione è superflua .
Negli ultimi 50 anni è la sesta Società americana per performance .
Ha pagato dividendi superiori alla media delle Società S&P500 .Dal 1977 ad 2008 ha realizzato nel suo complesso una performance superiore di 4 volte alla media , + 4.000%.
Un capitale di 100.000 USD investito nel 1977 fino al 2008 avrebbe generato un flusso di soli dividendi di circa 100.000 USD l’anno , quindi una remunerazione di solo dividendo sul capitale originario investito del 100% !
Anche in questo caso non sottolineamo la quotazione del titolo nel tempo ma bensì la capacità di remunerazione del dividendo , split ecc… Attenzione che in termini di capitalizzazione , diversamente dal mercato italiano che il dividendo è pagato annualmente negli Stati Uniti viene pagato trimestralmente !
Dati al 2008, l’azione al 10.02.2017 quota usd 106,12 .
-Altro caso : Conoco Philips – Nyse – COP .
26 anni di crescita ininterrotta del dividendo grazie al business del petrolio .
Dal 1982 chi avesse tenuto questa azienda in portafoglio fino al 2008 avrebbe ricavato un rendimento annuo solo in termini cedolari del 15,40% . I dati espressi sono al 2008, al 10.02.2017 l’azione quota usd 50,14 .
-Altro caso : Kimberly -Clark – Nyse – KMB .
Prodotti per la cura personale, di consumo, professionali, sanitari .
Capitalizzazione di borsa 26,8 mld di USD e oltre 53.000 dipendenti(dati al 2008).
-Il 2 gennaio 1985 si sono investiti 100.000 USD , prezzo del titolo 30,62 USD , quindi n. 3.266 azioni iniziali acquistate .Nel corso degli anni ’87 ’92 ’97 venivano assegnate azioni gratuite ( split ) che passavano a n. 26.128 . Al 3 luglio 2008 l’ammontare del capitale era di USD 1.558.843 con un rendimento esclusi i dividendi del +1.488,95 % . Nel 2009 la Società distribuirà un dividendo di USD 2,32 per azione in quattro rate trimestrali . Il rendimento della sola cedola corrisponde a 60.617 USD pari al 60,6% annuo sul capitale originario !
Dati al 2008, al 10.02.2017 l’azione quota usd 123,56 .
-Altro caso : Merck & Co. Inc. – Nyse – MRK
Altra Società farmaceutica , nota in tutto il mondo .
Dal 1970 al 2008 la performance è stata del 2.000 % . Non ha mai interrotto il flusso di dividendi e quello del 2009 sarà pari al 4% sul prezzo del titolo , sceso parecchio negli ultimi mesi . Inoltre la Società ha eseguito anche numerosi split .
Dati al 2008, al 10.02.2017 l’azione quota usd 64,17 .
-Altro caso : Microsoft – Nasdaq – MSFT .
I dati storici lo confermano : le aziende migliori , rimangono le migliori !
-1986 data di nascita , il titolo valeva 0,08 USD ( dato rettificato per gli split intervenuti ).
-Dopo due anni l’azienda aveva generato circa un 200% di guadagno , sicuramente tanti sono usciti credendo di fare un guadagno ottimo , negli anni successivi invece si è rivelato come un pessimo affare .
-alle quotazioni del luglio 2008 , nonostante la recente caduta , il titolo ha fatto guadagnare a chi lo avesse tenuto in portafoglio sempre il : 32.225% !!!!!!
Dati al 2008, al 10.02.2017 l’azione quota usd 64,00 .
-Altro caso : Ely Lilly – Nyse – LLY.
Altra farmaceutica di grande risonanza .
-il 4 gennaio 1982 sono stati investiti USD 100.000 . IL capitale a fine luglio 2008 è arrivato a USD 1.377.792 con un profitto di +1.277% esclusi dividendi .
I dividendi fino al 2008 hanno reso USD 53.964 annui , incassando dal 1982 ben 106 trimestri di dividendi sempre in crescita , in 26 anni su 100.000 USD d’investimento si sono incassati ben 500.000 USD di soli dividendi ! La Società ha sempre aumentato il dividendo e per 4 volte , nel ’86 ’89 ’95 ’97 ha effettuato assegnazioni gratuite di azioni ( split ) . Una azione del 1982 corrisponde a 16 azioni oggi , anzi già dal 1997 ultimo split !!!!!!!
Dati al 2008. Al 10.02.2017 l’azione quota usd 77,80 .
Concludendo, questi sono solo alcuni casi per dimostrare la validità di certe cose , ce ne sono stati tanti . Oggi ci sono tanti titoli che possono dare in futuro soddisfazioni a quegli investitori che non ne hanno beneficiato in passato .
Scritto elaborato in data 22 settembre 2008 ; quotazione azioni ai prezzi di chiusura del 10 febbraio 2017.
Il risparmio dei nuovi italiani ( immigrati e figli )
Negli ultimi anni in Italia il numero d’immigrati è sensibilmente aumentato come del resto in altri paesi europei .
Si tratta di un fenomeno che recentemente desta per certi versi preoccupazioni ma che ha anche importanti risvolti economici .
I dati (al 2011 ) dimostrano che gli stranieri sono circa 4.570.000 di cui il 52% donne e la percentuale sulla popolazione residente è del 7,5% per lo più in larga misura più distribuita al Centro-Nord , la variazione rispetto al 2001 è del 243% !
I settori economici più scelti sono nell’ordine : sevizi sociali ed alle persone , costruzioni, alberghi e ristoranti , agricoltura .
Le professioni più rappresentate : personale non qualificato addetto ai servizi domestici 15% , artigiani ed operai 10% , professioni qualificate nei servizi personali 9% , esercenti ed addetti alle attività di ristorazione 7% .
Le nazionalità più rappresentate : Romania 25% , Albania 11% , Marocco 7% , Ucraina 6% , Filippine 5% .
Fascia d’età fra i 25 ed i 54 anni l’85% .
Diversamente da come si possa pensare il numero d’imprenditori, soci ed amministratori sono circa 600.000 .
Queste persone anche per una maggiore stabilizzazione hanno bisogno di servizi finanziari ed assicurativi .
Sono ad oggi penalizzati con le polizze responsabilità civile auto . Le banche hanno iniziato ad offrire servizi specifici alla categoria , al di là delle società attive nei trasferimenti di denaro nei paesi d’origine .
Il tutto è ovviamente subordinato alla regolarizzazione , all’avere una residenza effettiva ed un lavoro stabile e continuativo .
Diversi interlocutori si sono mossi creando anche dei servizi ad hoc , enti ed associazioni favoriscono l’integrazione di queste persone . Anche noi su richiesta specifica possiamo dare un contributo di indirizzo e canalizzazione per perseguire scopi, obiettivi e supportandoli nelle loro esigenze specifiche aiutando questi immigrati a crearsi una vita più agiata , sicura ed ad integrarsi stabilmente ed onorevolmente nel Paese .
Strumenti d’Investimento
Titoli di Stato italiani
Hanno un mercato primario con aste mensili ( le aste in cui vengono aggiudicati i titoli da parte degli Istituzionali per loro conto e/o per conto dei loro clienti che ne hanno fatto prenotazione) ; un mercato secondario (dopo essere stati emessi , acquistabili da chiunque al prezzo scambiato in borsa) .
Tutti i titoli di Stato scontano un prelievo fiscale sugli interessi del 12,50% .
Si dividono in :
-B.O.T. : sono i Buoni Ordinari del Tesoro che a loro volta si dividono in trimestrali, semestrali ed annuali.
Lo Stato li emette per far fronte alle necessità di cassa a breve termine .
Vengono emessi ad un prezzo di emissione più basso del 100 per essere rimborsati sempre a 100 (esempio un BOT annuale può essere emesso a 96,50 ed essere rimborsato a 100 il differenziale decurtato delle commissioni di collocamento e della ritenuta fiscale del 12,50% rappresenta l’interesse netto per il risparmiatore che lo acquista ) .
Notoriamente si pensa che il BOT produca un interesse anticipato ; ciò non è vero il procedimento è dello “sconto anticipato”.
Titolo forse fra i più conosciuti ( nota la frase celebre attribuita all’ora Presidente della Banca nazionale del Lavoro negli anni ’80 Nerio Nesi che definì gli italiani : “Bot People” ) , utilizzato per l’allocazione della riserva di liquidità (investimenti a breve) .
-C.T.Z. : Certificati del Tesoro Zero Coupon .
La caratteristica di questi titoli e che vengono emessi ad un prezzo sotto la pari (meno di 100) ragguagliato all’interesse ed al tempo della scadenza .E’ un titolo privo di cedole
Sono molto utili per : intermediazioni veloci per grosse quantità , per costruire dei portafogli integrati di titoli seguendo una certa metodologia . Possono essere comprati per allocare risorse sia nel medio che nel lungo termine .
-B.T.P. : Buoni del Tesoro Poliennali .
Da alcuni anni sono i titoli più prediletti dai risparmiatori , grazie alla loro cedola fissa indipendentemente dalla quotazione del titolo che generalmente viene collocato a 100 e rimborsato a 100 alla scadenza .Può essere emesso con durate anche molto lunghe (50 anni) . Sono titoli che servono a sovvenzionare il debito dello Stato a lunghe scadenze . Molto utilizzato dai risparmiatori e dagli Investitori Istituzionali .
Questi titoli negli ultimi anni sono stati molto comprati (avendo un tasso fisso in un periodo di progressiva discesa dell’inflazione e quindi dei tassi, comprando un BTP ci si ancorava ad una cedola più alta rispetto alle nuove emissioni e quindi ad un rendimento stabile e più redditizio).
-C.C.T. : Certificati di Credito del Tesoro .
Titolo considerato a medio-lungo termine, spesso l’indicizzazione della cedola essendo variabile riflette le emissioni dei BOT . Vale l’esatto contrario del BTP . Si acquistano questi titoli quando si presume che l’inflazione (italiana) salga e quindi i tassi d’interesse e ci si vuole ancorare ad un titolo a tasso indicizzato . Strumento usato per un’allocazione a medio e lungo termine .
-B.T.P.ei : Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea .
Titolo considerato a medio-lungo termine , indicizzato all’inflazione europea valgono le stesse considerazioni fatte per il CCT con connotazioni più europee che italiane.
-B.T.P. Italia : Buoni del Tesoro Poliennali Italia .
L’ultima invenzione dello Stato italiano . Titolo a cui possono partecipare in asta anche i risparmiatori (con l asta dedicata, per risparmiare sui costi di collocamento caricati dagli Istituzionali) . E’ un titolo a durata media-lunga , ed è un ibrido fra un BTP (con un tasso minimo fisso) ed un CCT (con una aggiunta di variabilità con rivalutazione dell’intera inflazione maturata pagata solo alla scadenza) . Questo lo colloca fra i titoli a tasso variabile quindi indicizzati all’inflazione italiana ed europea (le ultime emissioni sono parametrate all’inflazione europea) . E’ l’unico titolo acquistabile in sottoscrizione anche on-line .
Titoli di Stato stranieri in euro ed altre valute .
Ci sono sul mercato numerose emissioni sia in euro che valute diverse dall’euro .
Anche lo Stato italiano ha emesso qualche titolo in altra valuta .
Ovviamente ci sarà da considerare il rischio Paese (per esempio la Grecia) e non considerare il rischio cambio se emesso in euro . Diversamente se le emissioni non sono in euro al rischio Paese si aggiungerà la variabile del cambio per un risparmiatore in euro (rischio o opportunità) .
Ovviamente le emissioni sono a varie scadenze , sia a breve, a medio e lungo termine; a tassi fissi ed indicizzati .
La tassazione fiscale in genere per quei Paesi appartenenti all’OCSE ed ovviamente dell’Unione Europea è del 12,50% per gli altri è pari al 26% .
Titoli di Organismi Internazionali in euro ed altre valute .
Gli Organismi Internazionali sono Enti trasversali agli Stati a valenza mondiale , quindi sono i titoli obbligazionari più sicuri (anche perché quando intervengono con prestiti sono in diritto di prelazione nei confronti di tutti i debitori) .
Ci sono molte emissioni sia in euro che in valuta , generalmente sono emissioni a lungo termine sia a tasso fisso che indicizzato , i tassi (per loro caratteristica di maggiore affidabilità) sono generalmente più bassi di altri strumenti . Scontano una ritenuta fiscale del 12,50% sugli interessi .
Obbligazioni Societarie o Corporates
Rappresentano per le Società (oltre alle azioni) uno strumento di raccolta fondi per fini aziendali .
Fino ad oggi l’accesso al mercato era riservato alle Società quotate , da qualche anno (già in qualche Paese sono operativi) anche le Società non quotate e anche le PMI potranno accedere direttamente al mercato obbligazionario, affrancandosi unicamente dal prestito bancario .
Ci sono molte emissioni sul mercato, a tasso fisso e tasso variabile, a media e lunga scadenza , in euro (chiamati eurobond) ed in altre valute .
Ovviamente questi investimenti obbligazionari (tranne in alcuni casi che possono avere rating superiori anche ad alcuni Stati come il nostro, pensiamo ad Apple o Coca Cola che hanno rating superiori all’Italia) vanno maneggiati con cura per i non esperti . Infatti oltre ai rischi insiti in una qualsiasi obbligazione (ne parliamo in una sezione dedicata ) e quelle più apparenti del rischio cambio e tassi si aggiunge il rischio Azienda , quindi deve essere fatta una valutazione di merito creditizio dell’Azienda che emette i bond soprattutto se non quotata e poco conosciuta (in questo caso si può rischiare di meno comprando un’azione di una Multinazionale americana ) . Questi strumenti possono essere acquistati nell’ambito di una allocazione a medio-lungo termine per accumulazione e/o crescita avendo sicuramente tassi d’interesse più appetibili degli strumenti obbligazionari fin qui esaminati .
La tassazione è del 26% sugli interessi.
Obbligazioni High Yield (alto rendimento, in qualche caso si sfiora il segmento dei juck bonds – titoli spazzatura ) ; Obbligazioni Strutturate .
Sono sempre emesse da Società . Vale quanto detto per le obbligazioni corporates con l’aggiunta che l’affidabilità decresce e quindi i rendimenti salgono . Strumenti utili se maneggiati con cura per allocazioni di medio-lungo termine nel comparto crescita del capitale . Ovviamente bisogna, prima dell’acquisto, fare delle serie analisi di ciò che si stà acquistando .
Un cenno a parte meritano le “ strutturate” . Queste a volte hanno anche dei meriti creditizi buoni , il rischio riguarda l’analisi del sottostante ovvero la strutturazione che và compresa bene e soprattutto capire se lo scenario di mercato e le aspettative possono essere confacenti alla struttura dell’obbligazione, se positivo si possono fare dei guadagni interessanti . Diversamente si và incontro a pesanti perdite sul portafoglio .
Le principali tipologie di obbligazioni strutturate sono :
-obbligazioni con floor, con cap, flippable ;
-obbligazioni step up e step down ;
-obbligazioni reverse floater ;
-obbligazioni constant maturity swap ;
La tassazione è del 26% sugli interessi.
Obbligazioni covertibili e cum warrant .
Sono strumenti ibridi . Le prime appunto permettono di avere una strutturazione da obbligazione (quindi anche una cedola fissa) e l’opportunità di essere convertite in titoli azionari della stessa Società che le ha emesse con un rapporto di conversione .
Le seconde simili alle convertibili solo dotate di un warrant autonomo che può essere ceduto anche autonomamente dal titolo obbligazionario .
Sono titoli complicati per il risparmiatore privo di buone conoscenze finanziarie e comunque titoli che si pongono a metà strada fra le azioni e le obbligazioni (come rischio oggettivo) . La tassazione è del 26% sugli interessi.
Obbligazioni finanziarie e bancarie (bond bancari)
Le obbligazioni semplici non si discostano da quanto detto per le corporates . Fra i bond bancari ci sono anche tante emissioni non quotate di banche a loro volta non quotate .
Questi titoli sono in possesso di risparmiatori ed Aziende causa il collocamento indiscriminato attuato dalle Banche . Con la crisi bancaria ed a seguito dell’entrata in vigore del Bail-in in pratica la liquidabilità dei titoli è praticamente nulla , a volte anche le quotazioni sono scese molto .
Di diverso contenuto (ma queste solo per le banche quotate) sono le “covered” , le quali sono fuori dal Bail-in e quindi maggiormente affidabili .
Un discorso a parte meritano invece le obbligazioni subordinate (le famose delle quattro Banche risolte ) ed anche loro sottoposte al Bail-in .
Ci sono diverse specie di obbligazioni subordinate a seconda della gradazione di rischio dal più basso al più alto :
-lower Tier1 ;
-Tier 3 ;
-Upper Tier 2 ;
-Tier 1 ;
-Perpetual .
Di fatto queste obbligazioni sono legate ai bilanci societari e quindi secondo l’andamento degli utili o peggio delle perdite , la banca può non pagare le cedole , non rimborsare il capitale e/o trasformare le obbligazioni in azioni . Quindi l’eventuale acquisto di questi strumenti è subordinato alla verifica del bilancio dell’Istituto di Credito ed alla sua affidabilità .
Le perpetual (come dice il nome non hanno scadenza) e vale quanto detto per le subordinate .
La tassazione è del 26% sugli interessi .
Questa parte verrà trattata a parte con una sezione dedicata al Bail-in , alle crisi bancarie ed ai cattivi costumi delle banche nel collocare i propri titoli .
Risparmio postale
Conosciamo bene certi strumenti tipo buoni postali fruttiferi , libretti postali ecc e per questo facciamo una breve citazione in onore solo della diffusione.
Crediamo che questi strumenti siano molto diffusi per la capillare distribuzione ( sportelli postali n 14.000) e per una certa tradizione ed incapacità d’evoluzione del risparmiatore .
Da nostre statistiche hanno reso sempre meno dei titoli di stato ( la Cassa Depositi e Prestiti che motivo avrebbe di dare gli stessi rendimenti visto che fa parte sempre del Ministero dell’Economia ? ) nello stesso periodo , per non parlare del raffronto che si fa rispetto all’accumulo del denaro mese per mese , ci sono strumenti più moderni ed efficaci .
Non credo sia il caso di soffermarsi molto su questo investimento . Tanto è vero che lo stesso Banco Posta si è messa a vendere i tradizionali prodotti come tutte le altre banche .
Investimenti alternativi
Alternativi non sappiamo quanto , sicuramente se scelti oculatamente possono portare alla diversificazione del portafoglio , bisogna fare molta attenzione perché molti prodotti sono stati creati solo per ripulirsi di beni invendibili o con bassa redditività ( soprattutto fondi immobiliari) che qualcuno aveva da sbarazzarsi .
Alcuni :
-Fondi di Private Equity e Venture Capital
-Fondi Immobiliari
-Asset backed Securities e mortgage backed
-Hedge Fund
Sono investimenti complessi che hanno bisogno di una analisi specifica e l’eventuale acquisto deve essere ponderato , da scegliere solo con l’ausilio di un buon Consulente Finanziario .
Azioni
Le azioni sono titoli rappresentativi di una società .
Ci possono essere vari tipi di azioni :
-ordinarie (le più comuni) attribuiscono ai possessori il diritto di voto nelle assemblee della società ed il diritto a percepire i dividendi (una parte degli utili aziendali) che l’azienda decide di pagare, come tali, fluttuano in relazione all’andamento della società ;
-poi ci sono altre tipologie : privilegiate , risparmio , ecc… che privilegiano gli utili a scapito di diritti rispetto alle ordinarie (stanno cadendo un po’ in disuso) .
Le società quotate e quindi le azioni delle stesse, sono assoggettate a precisi obblighi di trasparenza e quindi di pubblicazione dei bilanci, l’informativa andamentale trimestrale, comunicazioni, ecc…
Le società quotate (quelle di cui ci occupiamo) possono essere più o meno a capitale diffuso. Quest’ultime , quando non c’è un singolo socio e/o gruppo oppure pochi gruppi che detengono una grande parte del capitale sociale ma il capitale è molto frammentato sono dette “Pubblic Company” . Il fatto di avere un grosso flottante in quotazione garantisce maggiore liquidabilità ed il formarsi dei prezzi d’acquisto e vendita in maniera migliore .
Per esempio sul mercato americano sono molte diffuse le Pubblic Company , sul nostro listino sono rare perché ancora contraddistinto da poche grandi famiglie che detengono il grosso della partecipazione azionaria .
Le aziende possono chiedere l’accesso in Borsa , mediante un prospetto informativo, prima sottoposto alla Consob (Organismo di Vigilanza dei Mercati Regolamentati) e poi diffuso fra il pubblico dei risparmiatori .
Il prospetto informativo è molto importante perché contiene tutti i dati patrimoniali ed economici dell’azienda e le avvertenze ed i rischi impliciti dell’investimento ; da leggere attentamente prima di aderire ad una IPO .
Quindi di fatto si possono comprare azioni : in collocamento oppure sul mercato .
Essendo considerato “capitale di rischio” nel senso che chi acquista azioni compera una parte rappresentativa di una società, automaticamente aggancia il proprio capitale investito alle sorti aziendali, nel bene e nel male ; di fatto si può arrivare a perdere anche tutto in caso di fallimento della società .
Prima di comprare dei titoli rappresentativi del capitale sociale di una società bisogna leggere bene i bilanci, composti da : stato patrimoniale e conto economico ; informarsi bene dell’andamento della società; se la società ha prospettive di redditività futura nel business che persegue ; ecc.. .
Spesso l’investimento in azioni è visto più in modo speculativo (mordi e fuggi lucrando sulla differenza fra prezzo d’acquisto e di vendita ) che in modo continuativo nel tempo .
Seppur il primo molto praticato , riteniamo molto più lucroso il secondo perché protratto nel tempo, la possibilità di lucrare ed reinvestire sui dividendi, avvalersi di altre operazioni sul capitale tipo : aumenti di capitale gratuiti o a condizioni più interessanti ( danno la possibilità di aumentare il numero di azioni in possesso) ; acquisto di azioni proprie (la società ha delle riserve e decide di comprare delle azioni proprie sul mercato , riducendo le azioni sul mercato e quindi favorendo un aumento di prezzo delle stesse) ; ecc…
Altro fattore rilevante è il tempo, come abbiamo visto prima sul breve (per effetto della speculazione, ci sono notevoli fluttuazioni del valore delle azioni) si possono anche avere perdite rilevanti ; con il passare degli anni i “fondamentali” di una società (quelle sane e redditizie) vengono fuori in maniera rilevante premiando gli azionisti di lungo corso .
Un particolare cenno a parte meritano i dividendi : gli utili per gli azionisti .
Ci sono molte ricerche che hanno permesso di rilevare che le società sane e generose di dividendi hanno ,nel tempo, aumentato il valore dell’investimento, soprattutto se questi utili sono stati reinvestiti sulla stessa società .
-A dimostrazione dell’importanza dei dividendi reinvestiti citiamo questo studio Consob :
100 lire investite sulla borsa italiana nel 1928 erano diventate lire 670.000 alla fine del 1998 con un rendimento annualizzato nominale del 13,2% . Al netto dell’inflazione, il capitale finale era pari a lire 470, con un rendimento annualizzato reale del 2,2% .
-Altro studio di Mediobanca :
inizio 1928 chi avesse consumato i dividendi spendendoli dopo 81 anni avrebbe ottenuto un rendimento reale pari al -2,3% annuo e si sarebbe ritrovato con un capitale dal potere d’acquisto decurtato dell’85%.
Diversamente, l’investitore che avesse reinvestito i dividendi avrebbe avuto un rendimento reale del 1% annuo . Qualcuno potrebbe dire : così poco ? Peccato che un investitore che avesse puntato sui titoli di Stato si sarebbe trovato con un pugno di mosche : dal 1938 a fine aprile 1998 il rendimento al netto dell’inflazione sarebbe stato pari al -3,6% riducendo il capitale reale del 90% . Sempre secondo gli analisti di Mediobanca : i peggiori momenti per investire in borsa sono stati quelli di euforia , i migliori quelli in cui si diffonde il panico (ergo investo a prezzi alti e disinvesto a prezzi bassi ! ) .
Da queste analisi si intuisce che il peggior nemico degli investitori è l’inflazione . Seppur in Italia abbiamo convissuto con elevati livelli d’inflazione, i risultati migliori li hanno dati le azioni rispetto alle obbligazioni .
Anche negli Stati Uniti (da una ricerca di Jeremy Siegel professore di finanza ) nel periodo 1802 – 2006 le azioni hanno ottenuto rendimenti reali superiori a quelli dei titoli di Stato . Sempre secondo Siegel l’età d’oro del capitalismo è finita con la peggior crisi finanziaria dopo quella del 1929 . Le azioni difficilmente riusciranno a rendere prossimamente quanto negli anni 1950-2000 ; causa di una serie di fattori difficilmente ripetibili (ricostruzione post bellica Seconda Guerra Mondiale ed avvento della tecnologia ? )
Per quanto si parla di modelli per investire, ad oggi nessun modello è stato universalmente accettato dalla comunità accademica .
Partendo dal presupposto che si comprano azioni (s’investe ) per due obiettivi :
1-per soddisfare i propri bisogni finanziari
-quindi si comprano strumenti :
tipo titoli di Stato o fondi ed ETF
-quota della ricchezza da destinare :
totalità per famiglie con minori disponibilità; maggioranza per famiglie con maggiori disponibilità
priorità : massima
-preparazione necessaria :
buona
-tempo da dedicare alla gestione degli investimenti :
poco
2-per speculare, cercare di comprare ai minimi e vendere ai massimi
-si comprano strumenti :
acquisto diretto di azioni e derivati
-quota della ricchezza da destinare :
marginale o minoritaria
-priorità :
minima
-preparazione necessaria :
ottima
-tempo da dedicare :
molto.
Ovviamente, essendo investimenti rischiosi, vanno sempre monitorati e seguiti . Oggi con le piattaforme on-line è tutto più facile , sia accedere alle contrattazioni (anche con meno costi rispetto a prima) ma anche all’informativa sia sui mercati che sui singoli titoli e società .
PIR (Piani Individuali di Risparmio)
Sono i nuovi arrivati sul mercato. Sono piani d’investimento a lungo termine che prevedono l’azzeramento dell’imposta sui redditi generati dall’investimento e l’esenzione delle imposte di successione e donazione. Sono nati sulla falsariga dei Paln d’Erpagne en Actions (PEA – francesi) e degli ISA (inglesi) per favorire l’investimento sulle PMI ( a loro volta come strumento di finanziamento fuori dai normali canali bancari necessario alla propria espansione).
I vincoli di portafoglio sono :
-almeno il 70% in strumenti finanziari di aziende italiane o estere europee con stabile organizzazione in Italia;
-non più del 49% in società presenti nell’indice di borsa FTSS-MIB;
-almeno il 21% in società non presenti nell’indice di borsa FTSS-MIB;
-non più del 30% dove si vuole .
I vincoli per il risparmiatore sono :
-investire per almeno 5 anni;
-massimo investimento annuo euro 30.000;
-massimo investimento totale euro 150.000.
Essendo appena introdotti non possiamo fare valutazioni anche se in linea di massima ci sembrano strumenti interessanti.
Materie prime (commodities)
Una volta per comprare commodity bisognava acquistare le stesse fisicamente e detenerle . Quindi problemi enormi a meno di non fare un vero e proprio commercio . Ma se immaginiamo a chi voglia farlo solo a scopo d’investimento sarebbe praticamente impossibile .
Oggi con la quotazione di etf ed etc specifichi si può accedere a questo importante mercato con una diversificazione importante nei portafogli d’investimento .
Le commodities sono importantissime in quanto sono beni reali a tutti gli effetti, servono a produrre beni e servizi a noi necessari e vitali (pensiamo solo all’energia elettrica) ; hanno un loro mercato ed hanno una quotazione che fluttua a seconda della domanda e dell’offerta .
Attenzione però che seppur importanti, sono anch’esse un mezzo per speculare, hanno delle escursioni di prezzo abbastanza pronunciato quindi sono assimilabili per rischiosità , se non di più, alle azioni .
A meno che, non vengono utilizzati strumenti finanziari in commodities per copertura da parte di chi le commercia effettivamente per coprirsi dal rischio di oscillazioni di prezzo.
Le commodities sono espresse tutte in dollari USA , quindi per l’investitore in altra valuta deve tener conto anche del cambio come fattore di rischio in positivo e negativo .
Altro fattore da tenere a mente e che le commodities non distribuiscono dividendi , interessi , aumenti di capitale ed altro , si lucra solo vendendo ad un prezzo superiore a quello d’acquisto .
Le commodities più trattate ed interessanti sono :
-i metalli preziosi ed in primis l’oro ;
-il petrolio e suoi derivati ;
-quelle agricole : cotone, mais, frumento, cacao, caffè, zucchero,bestiame ;
-quelle industriali : rame, zinco, alluminio, piombo;
I fattori economici che fanno muovere di più le commodities si possono riassumere nei seguenti :
-inflazione;
-consumi;
-tassi.
Come abbiamo detto prima, la finanziarizzazione delle commodities ha permesso a tutti di acquistarle , ma anche alla speculazione (dovuta all’importanza del settore ed alla possibilità anche di speculare al ribasso ed a leva) di farla da padrona e quindi di esercitare una grossa influenza sui prezzi .
Quindi materiale da maneggiare con cura, ma utile (proprio perché beni reali) alla diversificazione e decorrelazione vera di portafoglio.
Ci sono diversi sistemi per investire in commodities :
-fondi comuni d’investimento specifici ;
-Exchange Trade Commodities (ETC) specifici sulla materia prima e/o su panieri ; da privilegiare quelli con sottostante fisico a quello sintetico .
Valute
Tutte le borse hanno un orario di apertura e di chiusura . L’unico mercato che lavora 24 ore su 24 ore è quello delle valute ; facile a capirsi : in tutto il continente ci sono orari diversi ed ovunque si negozia in moneta .
E’ un mercato difficile, le fluttazioni sono continue e si dice che i migliori trader sono quelli valutari .
La valuta è espressione di un paese , è soggetta a tutto , qualsiasi cosa si specchia nella valuta , da qui le difficoltà a fare previsioni e stare dietro alle oscillazioni di prezzo del cambio .
Anche qui ai giorni d’oggi tramite il Forex (mercato) chiunque può investire in valuta , tranne poi accorgersi che il più delle volte ci ha lasciato le penne .
La valuta può essere un ottimo strumento di diversificazione del portafoglio ma ha bisogno di serie valutazioni d’opportunità d’investimento e di scelta fra le varie valute .
Ad esempio comprando un titolo obbligazionario in dollari , non solo ci si sottomette a tutti i rischi impliciti dei titoli obbligazionari di cui abbiamo parlato nella sezione dedicata, ma anche ai rischi della fluttuazione del cambio dollaroUSA / euro sia in positivo che negativo .
Ci sono poi valute forti ($USA , Yen, franco svizzero, sterlina inglese, euro ) e valute di Paesi emergenti o già emersi (Cina) con prospettive molto interessanti .
La possibilità d’investire su questo settore sono :
-Forex per le transazioni dirette in valuta (solitamente scegliendo due valute , una vs l’altra) ;
-in valuta effettiva ;
-in fondi comuni d’investimento ;
-Exchange Traded Fund (sorta di fondi comuni , passivi) , anche a leva long e short .
Fondi Comuni d’Investimento e Sicav ( OICR )
C’erano una volta i “Fondi Lussemburghesi” prima dell’avvento in Italia, con la legge istitutiva del 1983, nel 1984 dei primi fondi di diritto italiano . Tempo ne è passato, e, oggi fra sicav (fino a qualche anno fa c’era una differenziazione fiscale nel senso che il capital gain si pagava all’uscita a differenza dei fondi italiani che la scontavano sul nav giorno per giorno) e fondi italiani abbiamo un’offerta di circa 12.000 strumenti di tutti i tipi e di tutte le Case .
E’ un investimento molto tutelato, quindi dal punto di vista normativo e della trasparenza e sicurezza fra i migliori .
Il cardine è rappresentato da :
-una società di gestione che gestisce il fondo ;
-una banca depositaria che detiene gli assets del fondo e controlla le operazioni d’investimento e disinvestimento ;
-i controlli da parte degli Organi Istituzionali ( Banca d’Italia, Consob, Min. Economia ) ;
-i limiti d’investimento e la diversificazione degli strumenti con una serie d’accortezze per evitare rischi di comprare un singolo titolo, Paese, ecc… .
Possiamo dividerli in cinque macro categorie :
-monetari
-obbligazionari
-bilanciati
-azionari
-flessibili
Come dicevamo prima l’offerta è ampia e variegata, la selezione non è facile, di seguito indichiamo alcune accortezze per evitare bufale :
-valutare se il fondo è un fondo vero oppure un esempio di marketing ( ce ne sono) ;
-valutare gli oneri se congrui o spropositati ;
-valutare gli onori …ed il rating ;
-valutare il benchmark (se ben inquadrato o è un falso benchmarck a cui si agganciano gli oneri di performance) e la qualità della gestione ;
-da Casa a Casa di gestione per la stessa categoria sapere che ci sono stili di gestione diversi ;
-valutare (visto che si pagano degli oneri di gestione) se effettivamente si effettua una gestione attiva o mascherata da attiva ;
-prima di comprare fare i paragoni fra fondi omogenei e poi scegliere il migliore ;
-non scegliere un fondo per le performance passate (anche se è un buon viatico che contraddistingue il gestore bravo dall’incapace) ma secondo le opportunità future ma soprattutto per le proprie esigenze ed obiettivi rispettando la :
Area Approfondimenti-Privati-Pianificazione Finanziaria e la Asset Allocation .
Modalità d’investimento :
PIC (Piano d’investimento di capitale in un’unica soluzione)
PAC (Piano di accumulo di capitale in più versamenti programmati)
Altre modalità d’investimento :
-Gestioni Patrimoniali in Fondi e Sicav
-Polizze vita Unit Linked
-Polizze vita Index Linked
Sono in pratica contenitori di OICR , con lo scopo di diversificare e/o lasciare ad un’ulteriore gestore la scelta dei singoli fondi .
A parte per le polizze vita , che possono avere un loro scopo patrimoniale e successorio , li consideriamo dei duplicati ( per non dire bidonate) al solo scopo di far guadagnare di più le società di distribuzione dei prodotti in quanto strumenti con oneri duplicati e non palesi per originare lo stesso obiettivo .
La fiscalità dei fondi comuni è applicata a seconda dei titoli in portafoglio .
Recentemente ci sono state delle revisioni alla normativa sulla trasparenza che hanno introdotto una armonizzazione delle regole europee :
-piena circolarità delle società di gestione ;
-sostituzione del prospetto semplificato con il “Kiid” ;
-ed altre meno importanti .
Ci vogliamo soffermare sul “Kiid” .
Il Kiid è un documento breve e conciso, contenente le informazioni essenziali dell’Oicvm affinchè un investitore possa adottare le propri decisioni di investimento. Sicuramente uno strumento utile indicante :
breve descrizione della politica e degli obiettivi d’investimento, informazione circa i rendimenti passati, i costi ed il relativo profilo di rischio/investimento.
Exchange Traded Fund (ETF)
Sono una specie di fondi comuni che si scambiano giornalmente come un singolo titolo.
Possono essere una valida alternativa ai gestori “attivi”.
La diffusione di questi strumenti recentemente è molto aumentata.
Dalla loro parte, rispetto ai tradizionali fondi comuni, hanno :
-immediatezza dell’investimento e soprattutto dello smobilizzo;
-non hanno commissioni d’entrata (però bisogna fare attenzione allo spread denaro-lettera quando si compra e si vende; alcuni strumenti poco liquidi ed in alcune fasi di stress del mercato possono avere prezzi non congrui) ;
-hanno commissioni di gestione molto basse in quanto replicano passivamente un sottostante specifico indicato ;
-possono essere acquistati a quantità minime (anche un solo titolo) e quindi con investimenti ridicoli (attenzione però alle commissioni di negoziazione applicate) , quindi adatte anche come PAC .
Possono essere a replica fisica completa, a campione, oppure sintetica .
Possono essere anche a leva , long e short .
I sottostanti possono essere indici borsistici (a nostro avviso i più liquidi ed interessanti), su panieri di titoli : azionari ed obbligazionari ; su altri sottostanti vari .
La tassazione è un po’ complessa : sulla differenza di nav (acquisto/vendita) si calcola il 26% (ad eccezione se il sottostante sono titoli di Stato (12,50%); se la transazione avviene in giornata vengono considerati redditi diversi .
E’ uno strumento interessante, per implementare e diversificare il portafoglio , sicuramente sul breve-medio termine concorrenziale ai fondi sul lungo a nostro avviso no in quanto la gestione “attiva” di un bravo gestore può far acquisire risultati migliori ; ad eccezione di quelli sugli indici (in quanto è dimostrato che i gestori difficilmente battono l’indice) .
Hedge Fund
Sono investimenti per clientela facoltosa che ha grosse disponibilità finanziarie .
Rispetto ai fondi comuni ci sono molte meno regole e trasparenza , ciò però non è detto che sia negativo in quanto i gestori sono più liberi di manovrare .
Sono molto più speculativi, nel senso che possono mettere in atto azioni allo scoperto quindi andare anche contro mercato ottenendo risultati positivi in qualsiasi situazione (al rialzo ed al ribasso) , oppure coprendosi dai rischi .
Ci sono diverse tipologie, da preferire quelli internazionali agli italiani per una maggiore esperienza .
Quanto ai rendimenti non sono stratosferici , sono strumenti usati ed utilizzati per una porzione di portafoglio a copertura dello stesso .
Derivati
I famigerati “derivati” , perché ?
Perché da ottimo strumento di copertura ( è nato per questo, quindi per attenuare i rischi) è sempre più utilizzato a fini di speculazione finanziaria .
Questo tanto dal retail quanto dagli Istituzionali comprese Banche .
I principali strumenti sono :
-i futures su indici ;
-opzioni su singoli titoli azionari ed indici ;
-warrant .
Sono strumenti che anticipano gli effetti sul mercato ( a livello informativo e di monitoraggio sono molto utili ai traders ) e tante volte amplificano gli effetti sullo stesso determinandone l’andamento .
Spesso sono dei contratti trattati al di fuori dei mercati regolamentati ( OTC da Over the counter) e quindi con scarsa trasparenza .
Non crediamo di dilungarci troppo su questi strumenti vista la complessità e la pericolosità che hanno se utilizzati da non addetti ai lavori .
Investire in arte
L’investimento in questa asset class non è facile .
Diciamo che si presta molto in primis ad un hobby , da questo può scaturire un certo rendimento nel tempo.
Spesso l’investimento in arte si dice che è reale (come del resto le azioni e gli immobili) e che sia de- correlato rispetto ad altri investimenti .
Questa affermazione è veritiera fino ad un certo punto : per essere un investimento paragonabile agli immobili ed alle azioni bisogna che sia di alto livello ; sul fatto della de-correlazione questa asset class subisce le mode di mercato e quindi le valutazioni ne possono risentire fortemente .
Come valutare un bene artistico ? Perché apparentemente due tele di due pittori dello stesso periodo possono avere quotazioni abissali fra loro ?
Molti elementi sono oggettivi , altri indotti ed altri transitori.
I principali oggettivi sono :
-il ruolo dell’artista nella storia dell’arte
-la fama internazionale dell’artista
-la certezza dell’autenticità dell’opera
-la presenza dell’opera su pubblicazioni e cataloghi generali
-il curriculum espositivo e la provenienza (da collezioni importanti)
-la qualità dell’opera all’interno della produzione dell’artista
-la rarefazione della produzione dell’artista
-il periodo di esecuzione
-le dimensioni
-la tecnica
-lo stato di conservazione
-la piacevolezza del soggetto
-il luogo della vendita
I rischi sono tanti , è un mercato opaco dove i falsi sono innumerevoli .
Un decalogo utile per chi acquista :
-verificare sempre che l’opera sia corredata da certificati di autenticità e provenienza
-acquistare con fattura o scontrino con descrizione dell’opera
-prima dell’acquisto, verificare l’autenticità del certificato presso l’artista , l’archivio o il soggetto autorizzato ad archiviare le opere
-controllare la corrispondenza tra foto autenticata e opera originale
-rivolgersi a venditori inseriti da anni sul mercato, preferibilmente che abbiano avuto rapporti stretti con l’artista
-diffidate di expertise fornite da persone che non abbiano titolo a farlo e rivolgetevi pertanto a Fondazioni, Archivi ed esperti con titoli accademici
-diffidate dell’affare
-informatevi sull’opera dell’artista e sui riferimenti accreditati di quell’artista
-seguite il mercato e le quotazioni
-evitate intermediari non facenti parte del settore ufficiale .
Artisti con maggior numero di opere scomparse :
-Picasso
-Nick Lawrence
-Chagall
-Karel Appel
-Salvator Dalì
-Joan Miro
-David Levin
-Andy Warhol
Fra i motivi indotti , incidono molto gli operatori del sistema dell’arte (i Gatekeepers ed i Market Maker’s ) :
-l’influenza delle mode, dello status e del contesto sociale
-il ruolo del museo e del curatore/direttore museale
-il coinvolgimento in mostre collettive internazionali , tra le più importanti dalla Biennale di Venezia a Documenta a Kassel
-la presenza dell’artista nelle grandi fiere internazionali, da ArtBasel a Tefaf
-il ruolo della galleria
-il ruolo del critico
-il ruolo delle case d’asta
-il ruolo del collezionista
-le acquisizioni pubbliche
-i media
I motivi transitori in sintesi si riconducono ai trend di mercato nei diversi periodi della storia dell’arte .
Quanto può rendere l’acquisto di un’opera ?
Questa domanda è molto complessa ed ha bisogno di una serie di considerazioni che in questa sede per motivi di brevità non è possibile fare . Altro discorso molto complesso è il confronto con altri investimenti (immobili, azioni, obbligazioni , ecc …) e la correlazione e/o de correlazione con indici borsistici .
Investimenti alternativi : dal vino al lusso
Sono “investimenti” da collezionisti . Perché inseriamo le virgolette alla parola investimenti :
-sono assets che vengono comprati in primis per collezione o per piacere
-vengono acquistati da persone che hanno già investito abbastanza negli investimenti classici e che quindi coniugano le loro passioni con un investimento diverso .
Nonostante tutto non prescinde che alcuni beni hanno avuto rivalutazioni nel tempo molto buone e che in alcuni casi hanno superato o si sono battuti con gli investimenti classici .
Alcuni esempi :
1)i vini d’annata :
l’indice LIV-EX FINE WINE 100 Index misurava nel 2006 160 dopo aver toccato un picco nell’aprile 2011 di 360 è sceso nel luglio 2012 a 260 ( significa nel primo caso una rivalutazione del 125% e nel secondo caso del 62,5% ) ;
2)francobolli e monete :
forse uno degli hobby più resistente nel tempo e più vecchio ; la performance dell’indice Stanley Gibbons GB30 Rarities Index dal 1985 al 2012 è stato del 350% tenendo il passo dell’oro e battendo gli indici azionari FTSE100 , Dow Jones ed il Property ;
3)gli strumenti ad arco :
a questo proposito citiamo due casi :
-il violino di Giuseppe Guarneri del Gesù ex Pugnani 1735 acquistato nel 2006 per 4 milioni di dollari e stimato oggi nelle trattive private a 10 milioni di dollari ;
-il violino Stradivari Lady Blunt è stato acquistato nel 2011 da un anonimo per 15,9 milioni di dollari , era stato venduto nel 1971 per 200.000 dollari e nel 2008 rivenduto per 10 milioni di dollari alla Nippon Foundation di Tokio ;
4)gioielli :
anche qui l’indice MPS Jewels Index si è proclamato vincente rispetto alle arti minori ma anche rispetto agli indici borsistici ; ovviamente si parla maggiormente di diamanti molto preziosi .
I gioielli più normali a cui siamo abituati maggiormente non rientrano in queste stime e categoricamente non possono essere considerati investimenti , infatti quando si comprano si pagano bene, salvo poi rivenderli e rendersi conto delle perdite subite ;
5)libri da collezione :
nell’epoca d’internet , sms ed email farebbero ridere , invece ci sono delle notevoli collezioni private addirittura di lettere importanti per non parlare ovviamente dei libri ad esempio :
-Carlo Collodi , Le avventure di Pinocchio , 1883 (euro 25.000)
-Cristoforo Colombo , Epistola , 1493 ( euro 1.000.000) ;
6)orologi :
detengono ( quelli di lusso) il miglior podio nella luxury industry , ovviamente il mercato svizzero la fa da padrone anche se avanzano prepotentemente le piazze di Hong Kong e Stati Uniti .
Alcuni prezzi di aggiudicazione alle aste :
-Breguet&Fils n. 2667 – Christie’s – maggio 2012 – $usa 4.682.165
-Patek Philippe Henry Graves Jr. – Sotheby’s – giugno 2012 – $usa 2.994.500
-seguono altre aste sempre di Patek Philippe (il più gettonato) da $usa 2.990.500 a 1.022.500 sempre nel 2012 ;
7)auto d’epoca :
la Ferrari più quotata è la 250 GTO-GTO 64 2953 cc anni 1961-64 valutazione euro 6.000.000
Ovviamente le Ferrari staccano abbondantemente tutte le altre e per questo che viene definita l’auto per eccellenza e il brand automobilistico più conosciuto al mondo .
Infine è doverosa una informazione : come abbiamo detto all’inizio di questo lavoro si possono considerare “investimenti “ ma non per tutti, solo per alcune persone molto facoltose ; altro motivo da considerare che questi beni non danno rendimento di alcun tipo anzi spesso e volentieri complicano la vita (furti, ecc..) e sono costosi da mantenere ( posti sicuri , assicurazioni, ecc..) , solo rivendendoli sul delta realizzato fra il prezzo d’acquisto e quello di vendita si realizza una plusvalenza e conseguentemente depurati i costi di mantenimento si possono fare i calcoli di rendimento netto annuo .
Per approfondimenti maggiori consigliamo di leggere :
Area Approfondimento-Privati-Check up Finanziario – Pianificazione Finanziaria – Pianificazione Patrimoniale
Area Principale-Consulenza Finanziaria Patrimoniale
Area Services-Consulenza su investimenti finanziari
FAQ’s
-Cos’è l’alpha ?
E’ l’extra rendimento prodotto dalla gestione di un’attività finanziaria rispetto ad un parametro di riferimento.
-Cosa sono i “Robot d’Investimento” ?
E’ una forma di consulenza finanziaria standardizzata con un software specifico , con costi molto contenuti per clienti con operazioni molto contenute; impossibile da attuare con consulenza personalizzata .
Una piattaforma informatica, una volta inseriti i dati richiesti, delinea l’asset allocation e gli strumenti più idonea a perseguire il risultato.
-Cos’è il Fondo Interbancario di tutela dei depositi ?
E’ un consorzio obbligatorio di diritto privato riconosciuto dalla Banca d’Italia che ha lo scopo di garantire i depositanti (sono garantiti : conti correnti, depositi anche vincolati, assegni circolari e certificati di deposito nominativi) delle banche consorziate. Garantisce per ogni depositante un massimo di euro 100.000 per tutte le tipologie garantite. Inoltre il Fondo può intervenire a sostegno di banche in difficoltà .
-Cos’è il Fondo di Garanzia dei depositanti del Credito Cooperativo ?
La stessa cosa del Fondo Interbancario ma a disposizione di tutte le banche di credito cooperativo.
-Cos’è un’operazione “sospetta” (ai fini anche dell’antiriciclaggio) ?
La Banca d’Italia impartisce delle istruzioni operative circa l’individuazione di operazioni “sospette” . La banca ha l’obbligo di segnalazione agli Organi competenti.
-Cosa sono gli ETF (acronimo di Exchange Traded Fund) ?
Sono come i fondi comuni d’investimento, ma si possono scambiare anche per piccolissimi tagli e quotidianamente come le azioni su listini regolamentati . Hanno l’obiettivo di offrire, quanto più fedelmente possibile, la riproduzione dell’andamento di un indice, o un paniere . Non sono gestiti e quindi il costo di gestione è molto più contenuto di un fondo . Bisogna fare attenzione ai prezzi d’acquisto e di vendita, per quelli poco scambiati o in determinate fasi particolari di mercato, c’è un grosso spread . Meglio utilizzare quelli sugli indici sono più fedeli alla riproduzione, meno costosi e più scambiati perché più utilizzati.
-Cosa sono le obbligazioni strutturate ?
Sono titoli derivati , prodotti agganciati all’andamento di un altro titolo sottostante . Il pagamento della cedola, così come il rimborso del capitale , può quindi dipendere dal verificarsi di una condizione. Vi sono diversi tipi : fixed to floater, obbligazioni linked, obbligazioni callable . Sono strumenti che vanno usati da esperti .
-In che cosa consiste la curva dei rendimenti ?
E’ la relazione con cui sono “legati” i vari yield (rendimenti) dei titoli obbligazionari, individuati in base alle diverse scadenze : dalla più breve alla più lunga. Titoli con scadenza differenti sono caratterizzati, ovviamente , da determinati prezzi e rendimenti diversi. Osservando, in un dato istante, il legame tra durata e rendimento è possibile tracciare, per l’appunto, la curva dei rendimenti. L’inclinazione di quest’ultima è influenzata dalle aspettative sui futuri tassi d’interesse a breve. Se la curva è inclinata negativamente i mercati attendono una riduzione dei tassi a breve. Aspettative di un rialzo dei tassi sono associati, invece, ad un andamento crescente della curva.
-Cos’è la “duration” di un titolo obbligazionario?
Termine con il quale si indica il periodo di tempo necessario per recuperare il capitale investito in un certo titolo; sia per l’incasso delle cedole, sia con l’incasso del capitale per effetto del piano d’ammortamneto.
-Cos’è l’indicizzazione ?
E’ il meccanismo con il quale si ancorano a un certo parametro l’ammontare delle cedole di un prestito obbligazionario o il suo valore di rimborso. Le obbligazioni indicizzate rendono sempre un tasso in linea con quello medio di mercato e non subiscono tracolli di quotazione nel caso di rialzo del costo del denaro.
-Cos’è il “Testo Unico della Finanza” (TUF) ?
Il Decreto legislativo n. 58/1998 nche opera un’armonizzazione, un coordinamento ed un’integrazione delle norme in materia di mercati finanziari che si erano andate accumulando in ordine sparso negli anni fra la fine ‘80 e la prima metà ’90. E’ entrato in vigore il 1 luglio 1998 ed è conosciuto anche come Legge Draghi .
-Chi è il Professionista più adeguato a fornire una consulenza sugli investimenti finanziari ?
Il Consulente Finanziario . Attenzione perché la “dicitura” è un po’ abusata . Bisogna scegliere il Consulente che ha le seguenti caratteristiche : esperienza, professionalità, etica, empatico, soprattutto autonomo svincolato da qualsiasi logica di vendita di prodotto pagato dal cliente .