Pianificazione finanziaria

Premessa

Una buona Pianificazione Finanziaria non può prescindere da alcuni capisaldi :

  • trasparenza nella condivisione delle informazioni (caratteristiche dei prodotti e dei servizi ed aiuto ad operare in maniera consapevole) ;
  • attenzione alle esigenze e costruzione di relazioni nel tempo (basate sull’ascolto, la comprensione e la soddisfazione ) ;
  • affidabilità nel tener fede agli impegni assunti (accompagnando il risparmiatore e supportandolo nel tempo) .

La nostra vita quotidiana è costellata di una serie di decisioni più o meno complesse che coinvolgono la sfera emotiva e spesso, insieme, la nostra capacità raziocinante.

Quanto più sono complesse queste attività, tanto più è complicato gestire tutte le variabili correlate allo scopo di ottenere un obiettivo prefissato.

Servono competenze per raggiungere i vari scopi e non sono a disposizione di tutti .

Seguiranno i concetti di base indispensabili per non perdere o disperdere il denaro, metterlo al sicuro, proteggerci dagli eventi della vita ; tutti concetti utili che ricadono sotto la definizione della cosiddetta “educazione finanziaria” a cui Vi rimandiamo, per approfondimenti,  nell’apposita Area Principale- Educazione Finanziaria-Formazione .

Alcuni risparmiatori mirano a rendimenti elevati, altri preferiscono adottare un approccio più prudente, alcuni vogliono essere coinvolti in ogni fase decisionale, altri preferiscono delegare . Ciò che è importante è ascoltare con attenzione le necessità ed esigenze, con la consapevolezza che possono cambiare nel tempo, secondo gli obiettivi di ciascuno definire una strategia personalizzata adottando il meglio che il mercato offre .Il compito principale è quello di proteggere il patrimonio ed accrescerlo nel tempo salvaguardando le esigenze di spesa attuali e future definendo le priorità ed indicando gli obiettivi di breve, medio e lungo termine .

E’ possibile gestire in prima persona i propri investimenti finanziari ?

Forse sì, forse no, di sicuro c’è che questo dipende da quanto l’investitore sia in grado di formare decisioni di investimento consapevoli. Il mondo finanziario moderno è complesso e sofisticato, ma anche avido e cinico. L’unico modo per competere con successo è costruire le proprie conoscenze e formarsi il proprio giudizio magari facendosi accompagnare in questo processo da un buon Consulente Finanziario .

Internet, in quasi tutti i settori, anche nel campo della finanza ha dato un grande aiuto all’investitore consapevole : analisi, documentazione, informazioni (anche in eccesso e non sempre giuste e corrette) , accessibilità alle piattaforme on-line con notevoli risparmi di tempo e commissioni, siti di divulgazione economica, indici, approfondimenti vari , ecc.. .

Fare pianificazione finanziaria significa molto semplicemente “dare un nome ai soldi” , ossia associarli a bisogni concreti da soddisfare nel futuro, quali ad esempio : l’acquisto di una vettura, lo studio dei figli, un viaggio, ecc…

Si tratta quindi di definire gli obiettivi e le necessità future, attuare una gestione dei rischi personali e famigliari adeguata , valutare la propria situazione economica e scegliere di differire parte dei consumi (risparmio) . Successivamente a questo processo decisionale e a questi ragionamenti sulla propria vita si valuterà la scelta dei modi e dei tempi più adeguati per gestire le finanze personali, lasciando come ultimo passo la scelta del prodotto adatto.

La pianificazione finanziaria è quindi il filo conduttore tra le attività di consulenza in materia assicurativa, previdenziale e della gestione del risparmio per far tendere queste verso un’unica direzione in base agli interessi della persona e del nucleo famigliare della stessa .

Ma se voglio farmi seguire da un esperto come lo sceglierò ? Dove mi rivolgerò ? Chi mi potrà dare maggiore affidabilità?

Oggi il settore è molto più regolato di alcuni anni fa, ma fra le pieghe delle varie leggi e regolamenti ci sono ancora diverse aree scoperte e nebulose .

Una di queste è l’uso troppo dichiarato che tutti fanno della consulenza . Di che genere ?

Intanto bisogna distinguere alcune cose basilari :

-oggetto della consulenza :

non ci può essere consulenza senza un rapporto bilaterale in cui sono indicati precisi dettami , questa deve essere remunerata , se non c’è remunerazione non esiste il rapporto professionale;

-leggi e regolamenti :

la Direttiva MIFID , i Regolamenti Consob , il Testo Unico della Finanza (TUF) la struttura delle leggi che governano i mercati , gli Intermediari e la Consulenza Finanziaria stessa , la sua disciplina e l’attività di Consulente Finanziario

-l’attività di Consulenza Finanziaria e la parola stessa troppo abusata :

il Consulente Finanziario per usare una analogia è un medico (non un farmacista , quindi non è un distributore e venditore di prodotti seppur di tante Case ) ; in quanto tale dovrebbe essere completamente esonerato da farsi corrispondere percentuali e/o fees di retrocessioni e provvigioni , non è un dipendente pagato dalla Banca ; in sostanza dovrebbe essere completamente autonomo fornire un servizio nell’esclusivo interesse del cliente ed essere pagato direttamente da Lui stesso quindi essere scevro da conflitti d’interesse .

-le competenze, l’esperienza , la capacità :

una volta superati gli step precedenti posso scegliere il Consulente secondo la sua esperienza, capacità, competenza e non da ultimo anche il rapporto ed il feeling che posso instaurare che comunque ha la sua importanza .

Fatta questa doverosa premessa, la sezione che prendiamo in considerazione nelle pagine che seguiranno è la Pianificazione Finanziaria che attiene più che altro agli investimenti finanziari e che rappresenta una sezione delle tante comprensive del servizio globale di Consulenza Finanziaria .

Operativamente

Si può suddividere in quattro fasi principali :

1-Diagnosi

E’ l’analisi completa delle esigenze e del patrimonio del risparmiatore nella sua globalità .

2-Pianificazione

E’ l’elaborazione delle strategie di investimento di ciascun progetto.

3-Proposta

E’ la selezione dei prodotti più indicati ad attuare le strategie di investimento individuale.

4-Monitoraggio

E’ il controllo dell’andamento di portafoglio in base a parametri personalizzabili.

La Diagnosi .

Prima di iniziare qualsiasi cosa, non si può prescindere dal fare un’analisi completa delle esigenze del risparmiatore e del suo patrimonio con la relativa diagnosi che ne scaturisce  gli eventuali provvedimenti che andranno presi .

Questo argomento è stato sviluppato ampiamente nell’ Area Approfondimenti-Privati Check-Up Finanziario a cui rimandiamo per un approfondimento.

La Pianificazione Finanziaria è il processo che va dall’individuazione delle necessità finanziarie di una famiglia/individuo alla realizzazione delle loro soluzioni . Una buona Pianificazione Finanziaria porta l’individuo/famiglia a soddisfare i propri bisogni finanziari senza l’aiuto di altri e quindi alla piena indipendenza finanziaria .

Parte sempre dall’analisi di alcune informazioni importanti :

-il capitale umano ;

-l’età ;

-la propensione al rischio ;

-la composizione del nucleo famigliare ;

-il patrimonio disponibile ;

-i flussi di entrata e di uscita presenti e futuri ;

-le coperture già disponibili su alcuni bisogni .

A seguire poi i bisogni finanziari della famiglia in ordine di priorità :

-istruzione dei figli ;

-acquisto della casa ;

-pensione ;

-ecc…

Mettendo insieme tutte queste informazioni è possibile elaborare un piano finanziario composto da tre passaggi operativi strettamente correlati :

-la protezione del capitale umano ;

-la ripartizione del patrimonio disponibile in un portafoglio di investimenti ;

-un piano di investimento dei risparmi futuri  .

Spesso questi passaggi sono presenti o affiorano  nella mente dei risparmiatori, ma non con consapevolezza e magari senza essere in grado di costruire una pianificazione efficiente .

Di conseguenza l’individuo/famiglia dovrebbero :

a)acquisire piena consapevolezza dei propri bisogni finanziari prioritari e delle risorse (presenti e future) disponibili per raggiungerli ;

b)conoscere gli strumenti finanziari che permettono di soddisfare questi bisogni tenendo conto delle risorse disponibili ;

c)adottare un piano che, tramite l’utilizzo di questi strumenti, permetta di raggiungere gli obiettivi

prefissati ;

d)restare coerenti con il piano.

Quest’ultimo punto è uno dei più difficili da applicare e mantenere, in quanto spesso dopo aver fatto delle scelte non ci guida il nostro piano ma bensì : le oscillazioni dei  mercati , la nostra emotività , la nostra impreparazione .

La Pianificazione Finanziaria non fa diventare ricchi , permette di minimizzare i rischi, che non è poco ; soprattutto fa si che si perseguano i propri obiettivi e si soddisfano le proprie esigenze attuali e future , in un millennio sempre più contraddistinto dal venire meno del “Welfare State”  :

-meno assistenza sanitaria ;

-lavoro più competitivo e meno retribuito se non di non facile reperibilità ;

-pensioni pubbliche in futuro meno generose che in passato .

Da qui , pianificare il futuro finanziario è un’azione che oggi si deve intraprendere e realizzare : non soltanto perché necessaria oppure addirittura indispensabile ma anche perché è in buona parte fattibile, pur ammettendone le difficoltà .

Abbiamo detto che tutto inizia con un Check-Up Finanziario che tratterà i seguenti argomenti :

-Reddito

-Patrimonio netto (al netto dei debiti)

-Capitale Umano (l’attualizzazione dei redditi futuri da lavoro, da impresa, di un individuo/famiglia)

-Risk  Management della Famiglia/Individuo (insufficiente pensione attesa, coperture assicurative)

L’approccio integrato alla finanza personale consente di ricomprendere in uno schema organico le principali decisioni economiche  che una famiglia/individuo devono prendere, fra queste per esempio ci sono :

-la famiglia non è un’azienda in quanto ci sono affetti, sogni, valori, stato di salute, purtroppo anche risentimenti che a volte prevalgono sulla razionalità economica ; bisogna tenere presente che il benessere attuale e futuro dipendono in gran parte dalle nostre decisioni ;

-definire come si prendono le decisioni in famiglia (governance familiare) su alcuni temi : dove abitare , quale carriera intraprendere, ecc.. ;

-le decisioni sono spesso interdipendenti : per esempio pensare di comprare una casa in base alla dimensione della prole attuale e futura ed al futuro immaginato per i figli ;

-tenere conto delle conseguenze fiscali di ogni decisione;

-stimare sempre il livello di copertura pubblica e collettiva disponibile per le varie esigenze (pensioni, assicurazioni , ecc..) prima di prendere una decisione , ma non fare mai affidamento soltanto su di esse .

Le decisioni chiave da prendere sono dieci , variano in termini di priorità  da famiglia/individuo a famiglia/individuo :

1-il lavoro e l’impresa : meglio lavorare o stare a casa ? ; meglio fare il dipendente oppure il professionista o l’imprenditore ?

2-la casa : di proprietà o in affitto ?

3-la protezione del capitale umano : cosa succede se viene a mancare il reddito di uno dei due coniugi ?

4-l’investimento del patrimonio attuale e dei risparmi futuri : quanto siamo ricchi (o poveri) ? quante perdite siamo disponibili a subire sulla nostra ricchezza ?

5-la protezione della salute : la salute non ha prezzo , chi lo paga ?

6-il benessere per quando si vorrà/potrà lavorare : quanto e come accumulare per la pensione (per chi non ci è ancora arrivato) ? oppure la copertura del rischio di vivere troppo a lungo : quanto e come prelevare dai propri risparmi senza azzerarli (per chi non lavora più) ?

7-la residenza : in Italia , dove ? o all’estero?

8-il mantenimento ed il futuro dei figli : quanti figli vogliamo avere? Che cosa vogliamo garantire loro ? a che carriera avviarli ?

9-la gestione della disabilità : cosa faccio se perdo l’autosufficienza ? o se abbiamo un figlio disabile ?e se miei genitori hanno bisogno di assistenza continuativa ?

10-l’estate planning : convivenza o matrimonio ? di chi è il patrimonio di famiglia ? a chi finirà ?

Iniziamo analizzando :

Il Ciclo di Vita.

Si fa spesso riferimento al concetto di ciclo di vita o corso della vita, indicando in tale modo la necessità di un approccio complessivo ed integrato alle diverse fasi dell’esistenza, ciascuna delle quali ha problemi, bisogni e desideri tipici.

Essere consapevoli del concetto di “tempo” è dunque una sorta di prerequisito per chiunque voglia occuparsi di educazione finanziaria. Il tempo è infatti alla base di tanti nostri comportamenti soggettivi, ma anche di molte teorie e modelli economici.

Il tempo economico nella vita : gli eventi .

Pianificare per tempo gli eventi della vita non è tuttavia cosa semplice: gli esseri umani infatti, per loro natura, tendono a concentrarsi sul “tempo zero” ( sul presente) avendo difficoltà a proiettarsi in un tempo futuro dai lineamenti incerti.

Di seguito si riportano le unità di stress che generano alcuni principali eventi della nostra vita e che hanno bisogno di una modifica della pianificazione :

-decesso di un coniuge       100

-divorzio                                   73

-separazione                           65

-decesso di un componente familiare  63

-incarcerazione             63

-infortunio o malattia         53

-licenziamento                  47

Ecc..

La prima cosa è considerare gli eventi e difendersi, come, pianificando .

Altra cosa da considerare :  gli obiettivi

I desideri che si trasformano in obiettivi la cui realizzazione anche questa dipende da una buona pianificazione.

A titolo semplificativo ne indichiamo alcuni :

-costituire una scorta per obiettivi futuri e/o imprevisti ;

-acquisto di beni durevoli ;

-acquisto di una casa ;

-formazione dei figli ;

ecc…

Quale approccio al ciclo di vita ?

Gli approcci tendenzialmente possono seguire un ordine cronologico in base all’età . Gli approcci è meglio pianificarli integrati disincentivando approcci tattici e slegati .

La situazione Economica e Patrimoniale.

Bisogna essere consapevoli della propria situazione economica e patrimoniale. Sapere a quanto ammontano i consumi, su quale redditi contare, qual è il risparmio ; in poche parole effettuare un budget , ed utilizzare il “budgeting” : lo strumento per tenere sotto controllo l’equilibrio economico, a quantificare le risorse disponibili per la pianificazione ed a governare aggiustamenti futuri funzionali all’acquisizione degli obiettivi di vita  della famiglia/individuo.

La Pianificazione

E’ quel processo che attribuisce al denaro una finalità, ossia “dare ai soldi un nome” (quello che le nostre nonne saggiamente facevano : formare delle buste , metterci del denaro dentro e sulla busta scrivevano a ciò cui era destinato) .

Consiste nella definizione degli obiettivi di vita del consumatore, ordinati per priorità, e nella conseguente ripartizione delle risorse, economiche e finanziarie, attuali e future, finalizzate al loro raggiungimento.

Di seguito i principali passaggi :

a)fissare tutte le informazioni, analizzarle, definire obiettivi ed aspettative ;

b)analizzare e valutare lo status  finanziario del consumatore ;

c)sviluppare e pianificare il piano finanziario ;

d)implementare il piano finanziario;

e)monitorare il piano finanziario .

Le aree di Pianificazione : la Protezione .

La protezione è la prima area di analisi di una pianificazione, i motivi non sono causali : si tratta di proteggere se stessi, la propria famiglia, il proprio patrimonio, il reddito . Sono i primi passi per non mettere in crisi una pianificazione finanziaria da un evento futuro incerto e dannoso .

-Il primo passo è qualificare gli obiettivi di protezione ;

-dimensionare il rischio di protezione ;

-definire la strategia di protezione .

Scegliere gli strumenti assicurativi più idonei alla protezione .

Le aree di Pianificazione : l’Indebitamento.

Quando l’impegno economico per soddisfare una esigenza/obiettivo è superiore alle nostre possibilità si ricorre all’indebitamento.

I prodotti di debito permettono allora di “consumare” oggi, impegnando il proprio risparmio futuro; in pratica, un processo speculare a quanto avviene con l’investimento .

In considerazione della delicatezza del tema (debito) , la pianificazione delle posizioni debitorie, una volta stabilito il conto economico nel tempo, dovrà seguire alcuni passi :

-qualificazione delle esigenze di indebitamento ;

-verifica della sostenibilità del debito, sia oggettivamente che rispetto alla propensione al rischio soggettiva del consumatore ;

-individuazione della strategia di indebitamento da adottare, coerente con quanto rilevato nelle fasi precedenti .

Nel momento che decidiamo d’indebitarci proseguiremo con questi passaggi :

-qualificare le necessità d’indebitamento ;

-dimensionare il rischio dell’indebitamento;

-definire il rischio d’indebitamento;

-definire la strategia d’indebitamento.

Scegliere i prodotti più adeguati sul mercato.

Le aree di Pianificazione : la Previdenza.

La pianificazione pensionistica è parte integrante di quasi tutti i percorsi di educazione finanziaria intrapresi nel mondo anglosassone. Questo perché, con l’allungamento della vita media (rischio di sopravvivenza detto in gergo assicurativo) , le società dei Paesi sviluppati saranno caratterizzate da grandi fasce di popolazione in età avanzata, che passeranno in pensione diversi decenni e non potranno chiedere ai lavoratori che saranno in numero minore rispetto a quelli di oggi, contributi previdenziali sufficienti a garantirsi stili di vita e dignità economiche assimilabili a quelle attuali.

La pianificazione pensionistica richiede alcune cure :

-la quantificazione degli obiettivi economici del pensionamento, a livello personale e familiare;

-la misura delle necessità economiche future, che di norma si ottengono sottraendo dagli obiettivi identificati ciò che potrà aiutarci a ridurre le conseguenze dell’evento;

-la selezione delle modalità più efficaci ed efficienti per ottenere la stabilità economica, oggi e domani.

Per procedere con metodo bisogna qualificare i seguenti punti :

-qualificare gli obiettivi di previdenza pensionistica : distinguere tra bisogni e desideri ;

-dimensionare il rischio di previdenza pensionistica;

-definire la strategia di integrazione pensionistica.

Passare a scegliere lo/gli strumenti più consoni al raggiungimento dell’obiettivo.

Le aree di Pianificazione : l’Investimento.

Scelte adeguate ai propri obiettivi.

L’investimento viene inteso come il processo mediante il quale è possibile incrementare le risorse finanziarie e patrimoniali. Tale definizione è più coerente all’ambito aziendale, per il consumatore dovrebbe rappresentare un “consumo differito nel tempo”, in quanto l’investimento è semplicemente un mezzo, mentre il consumo è il fine.

Tali finalità si acquisiscono generalmente prestando le risorse ad aziende e/o Stati per ricevere un compenso ( titoli del debito o obbligazioni) e/o partecipando ad attività economicamente produttive (strumenti del capitale di rischio o azioni) .

Per questo motivo, l’investimento non può prescindere dalle seguenti quattro componenti :

-l’individuazione e la quantificazione dei consumi attuali e futuri – da effettuare sull’intero arco della vita – che costituiscono gli obiettivi d’investimento ;

-la capacità di rischio oggettiva e l’attitudine soggettiva al rischio;

-le risorse finanziarie attuali ed il risparmio sull’intero arco di vita quantificati dal conto economico e dallo stato patrimoniale;

-la strategia d’investimento, che integra gli elementi precedenti, definendo l’allocazione delle risorse nel tempo in maniera coerente, efficiente ed efficace .

Per procedere bisogna seguire i seguenti passi :

-qualificare gli obiettivi di investimento ;

-descrivere gli obiettivi di vita ;

-dimensionare il rischio dell’investimento ;

-definire il rischio degli investimenti;

-definire la strategia di investimento

Scegliere i prodotti più adeguati al raggiungimento dell’obiettivo.

A seguire, andiamo ad analizzare per quest’area alcuni punti  fondamentali .

Il profilo di rischio.

La prima operazione che ogni investitore deve effettuare è la definizione del profilo di rischio che si vuole adottare.

A prima vista potrebbe sembrare un esercizio scontato, ma non è così. Impostare correttamente il profilo di rischio/rendimento consente di affrontare le inevitabili incertezze di chi investe sui mercati finanziari in maniera consapevole e razionale.

Vediamo quali sono i fattori più importanti nel determinare il proprio profilo di rischio/rendimento tenendo ben presente che un procedimento corretto deve considerare sia gli aspetti “strutturali” che quelli “attitudinali” dell’investitore.

-Età : è normalmente molto importante ed attiene al ciclo di vita a cui corrispondono dei flussi di spesa/risparmio che è determinante per definire la tipologia di investimento più coerente con le necessità specifiche.

-Situazione reddituale/capacità di risparmio : altro elemento fondamentale , la capacità di reddito non va considerata in termini assoluti quanto piuttosto in relazione alla propria situazione di spesa per consumi.

-Situazione Patrimoniale : maggiore è il patrimonio più rischi si possono assumere .

-Orizzonte temporale : molto collegata all’età .

-Conoscenza ed esperienza : maggiori sono più elevato potrà essere il profilo di rischio adottabile.

-Attitudine alle perdite : non è facilmente determinabile se non facendo una sorta di “esame di coscienza” sia sulle esperienze passate , sia tentando di proiettarsi in un ipotetico scenario di perdite sugli investimenti .

-Rendimento medio annuo : è il rendimento complessivo che si può attendere dato il determinato livello di rischio prescelto.

-Probabilità di rendimento negativo : dato il profilo di rischio è possibile determinare la probabilità di avere alla fine di ogni periodo annuale , un rendimento negativo .

-VAR : è un’elaborazione della probabilità di rendimento negativo, definito come un valore soglia (in termini monetari) tale per cui la probabilità di perdita , in un determinato arco temporale, superiore a questo valore è pari al livello di probabilità dato.

-Intervallo di rendimenti attesi : è l’informazione statistica dell’intervallo dei rendimenti annuali attesi. Per questo valore è necessario pre-determinare il “livello di confidenza” dell’intervallo, cioè la probabilità che effettivamente il risultato finale ricada all’interno dell’intervallo stesso .

L’Asset Allocation.

Dopo aver definito il proprio profilo di rischio si è pronti a decidere come costruire il proprio portafoglio . Definire l’asset allocation (dall’inglese : allocazione di attività) è fondamentale per almeno due motivi :

-è essenziale per determinare il profilo di rischio ed il rendimento atteso del portafoglio ;

-statisticamente una percentuale dal 65% al 80% della performance del portafoglio deriva dalle scelte di “asset allocation” il rimanente da scelte di : “stock e bond picking” e “market timing” .

L’asset allocation si può suddividere in : strategica e tattica .

-Strategica

La suddivisione complessiva del portafoglio con un procedimento “gerarchico” che parte dalle caratteristiche “di massima” degli strumenti finanziari che si può suddividere in quattro macro asset class di “primo livello” :

-asset class monetaria                a cui corrisponde un profilo di rischio molto basso

-asset class obbligazionaria        “   “           “            “        “       “      “       basso –medio

-asset class azionaria                   “   “           “            “         “      “      “       elevato

-asset class alternativa                “   “           “            “         “      “      “       variabile

Una volta segmentato l’universo “investibile” nelle asset class è possibile assegnare delle percentuali di investimento in ciascuna di esse compatibilmente e conformemente al proprio profilo di rischio .

-Tattica

Si intende l’attività di posizionamento su ogni asset class, all’interno degli intervalli stabiliti periodicamente , in base alle proprie aspettative sui mercati finanziari, la percentuale da investire in ogni tipologia d’investimento aumentando e/o diminuendo le percentuali (sovrappesando o  sottopesando rispetto alla percentuale neutra) .

Un’interessante variante dell’asset allocation tattica è il così detto “ribilanciamento automatico” che stabilisce che non saranno le nostre valutazioni a decidere gli spostamenti tra le asset class quanto le oscillazioni dei prezzi di mercato.

Questa attività presuppone una costante ed approfondita attenzione alle tendenze ed alle prospettive delle diverse asset class (monitoraggio). Forse si tratta di uno degli aspetti più difficili ed imprevedibili di tutta l’attività d’investimento.

Tavola nr.9

Rischio e Diversificazione

IL concetto di rischio del portafoglio è correlato alla misurazione della volatilità. Quest’ultima più sarà marcata è più sono i rischi di una perdita in un certo lasso di tempo (per esempio l’anno) .

Una corretta diversificazione attenua questi rischi e stabilizza il rendimento del portafoglio . Anche rendimenti medi del 3-4% anno per anno consentono nel tempo un aumento considerevole del valore del proprio portafoglio .

I concetti generali della diversificazione possono essere riassunti nei seguenti :

-diversificazione a livello di categorie di investimento ;

-diversificazione all’interno delle singole categorie ;

-quanto diversificare ? .

Tavola nr.10

Utilità e limiti della correlazione.

Cos’è la correlazione ?

La modalità in cui vari strumenti d’investimento inseriti nel portafoglio interagiscono tra loro .

La correlazione identifica la relazione tra il prezzo di due strumenti finanziari o classi d’investimento, come si muove cioè uno nei confronti dell’altro e viceversa. Si misura attraverso la “covarianza” (tecnicamente è il valore atteso dei prodotti, delle loro distanze dalla media) e può assumere valori tra 1 e -1 .

Quando la correlazione è diretta l’indice ha un valore vicino ad 1 ; ciò significa che si muovono in maniera simile , quindi quando sale uno sale anche l’altro e viceversa .

Quando la correlazione è inversa l’indice ha un valore vicino ad -1 ; ciò significa che i due titoli si muovono in contrapposizione , quando sale uno scende l’altro e viceversa .

Suggerimenti pratici per la correlazione :

-in linea generale è preferibile utilizzare i valori di correlazione relativi a intervalli temporali lunghi (sei mesi minimo) ;

-l’intervallo di osservazione deve essere coerente con il proprio orizzonte temporale ;

-più lungo è l’intervallo temporale e il periodo di osservazione, più significativo è il dato di correlazione;

-in generale è più affidabile la correlazione individuale tra due asset class rispetto a quella individuale tra due singoli strumenti finanziari .

La correlazione è un aspetto importante della diversificazione del portafoglio , raramente quando si vanno ad analizzare portafogli già costituiti si trovano diversificazioni non correlate , con tutti gli effetti negativi sulla volatilità, rendimento, rischio assunto .

Cosa guardare prima di investire .

La scelta è tra due modelli profondamente diversi :

1-prezzo  : il valore di una attività finanziaria è il prezzo che qualcuno è disposto a pagare per acquistare l’attività finanziaria ;

2-valore : il valore di un’attività finanziaria sono gli utili (il cash) che potrà generare lungo la sua vita .

Il primo lo chiamiamo “approccio del mark to market” ; il secondo “approccio del valore fondamentale” .

Tutti i modelli di valutazione si basano sull’uno o sull’altro o tutti e due insieme ; sono modelli completamente diversi a volte incompatibili la cui scelta dell’uno e dell’altro portano a comportamenti di investimento totalmente diversi .

La scelta dell’uno e dell’altro assume una certa valenza, in base alle informazioni che disponiamo e le nostre valutazioni ed analisi . Spesso le informazioni sono governate da asimmetrie informative , spesso messe in giro anche artificialmente .

Per fare un esempio concreto dell’utilizzo dei due modelli identifichiamo due finanzieri importanti e molto conosciuti : George Soros adotta il primo ; Warren Buffet il secondo .

IL ciclo economico.

Ogni scelta d’investimento non può prescindere dalla valutazione del ciclo economico e in quale emisfero del ciclo siamo posizionati .

Il ciclo economico, il suo stato e le sue variabili ci danno l’orientamento e le dirette conseguenze nelle scelte d’investimento.

Una fra queste (importantissima) sono i tassi d’interesse .

I tassi d’interesse sono influenzati da alcune variabili che sono :

-l’inflazione ;

-le materie prime;

-il lavoro ;

-le aspettative .

Qui entriamo nei concetti macro-economici che non sono semplici e dovremo sviluppare un trattato ad hoc perché le variabili sono tante .

Vorremmo semplificare e diciamo :

i tassi d’interesse incidono fortemente sulle scelte obbligazionarie, ma non solo , questa componente incide su tutto il mercato anche con riflessi importanti sulle azioni e sulle materie prime .

Per fare degli esempi concreti della variabile tassi :

-oggi siamo a tassi zero ; ci vogliamo indebitare a lungo termine (mutuo casa per 20 anni) ; cosa facciamo scegliamo un tasso variabile (tasso più basso quindi rata meno pesante sul breve forse medio ma incognita sul lungo) o un tasso fisso ( sul breve pago di più , sul medio e lungo non ho sorprese qualsiasi cosa accada) ?

-ancora , oggi siamo a tassi zero , quali sono le aspettative nel breve-medio periodo ? Voglio comprare delle obbligazioni è meglio a tasso fisso oppure variabile ?

Sono bei interrogativi, che possono determinare in base alle nostre scelte degli effetti positivi o devastanti sia sui portafogli che sui nostri debiti.

Tavola nr. 11 

Azioni e Obbligazioni

Parliamo di queste due asset class per citare un esempio e quindi renderlo più chiaro, tralasciando le altre  .

In finanza a volte si ha la sensazione di essere a metà tra il magico e il “misterico”, dove non si sa come mai qualcuno riesce a fare apparire e sparire i conigli . Una delle frasi maggiormente ripetute in finanza è che nel lungo termine le azioni rendono più delle obbligazioni .

Nel lungo termine, contrariamente a quanto viene sostenuto dalla “propaganda” non esiste un’attività che rende sempre più di un’altra : se questo avvenisse il prezzo dell’attività più redditizia salirebbe ed il rendimento, di conseguenza , diminuirebbe .

Questo esempio può calzare :

-vedi gli immobili con la bolla recente ;

-vedi i fondi azionari nel periodo 2000 2010, nonostante il grosso lasso di tempo, gli investitori oltre che accusare perdite sul capitale aggiungono il mancato incasso d’interessi ;

-vedi le obbligazioni che attualmente sono salite all’invero simile e  rendono poco e niente ed oggi l’acquisto potrebbe riservare più sorprese negative che opportunità .

Come ci sono anche delle statistiche che ci dicono  ( per il mercato americano )  che in cento anni i titoli azionari hanno reso più delle obbligazioni .

Partendo da quest’ultima considerazione (che vale per il mercato azionario statunitense, ovviamente non per il nostro) è stato adottato un modello chiamato : “modello della Federal Reserve” (anche se la stessa non ha mai confermato ufficialmente) ; questo modello in sintesi (perché l’elaborazione è piuttosto complicata ed arzigolata) dice :

nel lungo termine i rendimenti delle attività finanziarie tendono ad avvicinarsi .

Infine, qualcuno potrebbe dire : ma allora che differenza c’è fra lo scegliere una certa percentuale di azioni e obbligazioni o altre asset class ?

Prima di rispondere vogliamo citare :

Harry Markowiltz (economista statunitense che vinse il premio Nobel per l’Economia nel 1990 assieme a Merton Miller e William Sharpe ) con il suo modello di Capital Asset Pricing (modello della frontiera efficiente dei portafogli ) quando andò in pensione e dovette investire le sue risorse , alcuni giornalisti curiosi di chi si trattava  gli chiesero che scelte d’investimento avesse fatto . Markowiltz rispose : molto semplicemente ho allocato il 50% in strumenti obbligazionari e l’altro 50% in strumenti azionari !!!!

Concludendo, senza banalizzare, possiamo affermare che la costruzione di un portafoglio non può prescindere dalla scelta diversificata di strumenti possibilmente decorrelati fra loro perché noi viviamo ed abbiamo le nostre emozioni anche giornalmente , quindi dobbiamo salvaguardarci dal breve e medio periodo , nel lungo molto probabilmente hanno ragione la Fed e Markowiltz .

L’ultimo passaggio non meno importante riguarda :

La Pianificazione come Servizio.

La pianificazione non è un esercizio di previsione. Anzi è il suo esatto contrario.

La “previsione” ha la finalità di identificare, quanto più precisamente possibile, l’esito di un’azione. Questa impresa risulta praticamente impossibile, ed è bene sottolinearlo, specie in campo economico, finanziario o attuariale, e ancor di più su tempi relativamente lunghi, come quelli tipici della pianificazione.

L’approccio scientifico suppone che l’imprevedibilità non derivi solo dall’ “ignoranza” circa le leggi che governano la realtà, ma addirittura sia una caratteristica della realtà stessa.

Probabilmente il sistema finanziario rappresenta il miglior esempio di imprevedibilità .

Il monitoraggio nel tempo non è una mera “assistenza post-vendita”, ma va discusso ed analizzato nel momento stesso di attivazione del rapporto consulenziale, in quanto costituisce l’essenza del servizio.

La sua modalità è semplice: ripercorrere –periodicamente o in occasione di eventi eccezionali-tutte le fasi della pianificazione, effettuando tutte le operazioni ex novo al fine di assorbire ogni variazione del contesto.

Va effettuata ordinariamente a mezzo di una calendarizzazione definita con il Consulente, che si può paragonare ad un navigatore satellitare.

Come gestire la Pianificazione Finanziaria ?

a)quantificare gli effetti delle modificazioni economiche e  finanziarie del mercato sulla situazione finanziaria, economica e patrimoniale del cliente e sugli obiettivi di vita  ;

b)verificare l’eventuale necessità di cambiamento del piano finanziario-economico-patrimoniale ;

c)nel caso di scostamenti rilevanti, aggiornare il piano verificando ed eventualmente modificando :

-una o più variabili agli obiettivi di vita ;

-una o più variabili relative alle attività e passività e alla dinamica dei redditi, consumi e risparmio ;

-la capacità di rischio oggettiva;

-l’orientamento soggettivo al rischio;

-i punti di forza e di debolezza della situazione complessiva, del patrimonio netto e dei flussi di cassa in conseguenza delle modificazioni apportate nelle fasi precedenti ;

d)elaborare strategie alternative, coerenti con le fasi precedenti, che minimizzano gli scostamenti dagli obiettivi e assumere le decisioni ;

e)predisporre una documentazione che riporta gli obiettivi e le strategie di attuazione, così come concordate, implementare il piano ed eventualmente aggiornare il calendario di monitoraggio.

Per eventuali approfondimenti si consiglia di approfondire :

Rassegna Stampa  –  Biblioteca

Area Approfondimenti-Privati-Pianificazione Patrimoniale –  Consulenza Finanziaria-Patrimoniale-Integrata

Area Principale-Consulenza Finanziaria Patrimoniale

FAQ’s

-E’ necessario effettuare il check up Finanziario prima d’intraprendere una qualsiasi pianificazione e/o azione in tal senso ?

Sì, senz’altro.

-Il check up Finanziario deve essere completo o può essere fatto su una certa area d’esigenza ?

Dopo alcuni incontri preventivi si stabilisce l’ordine delle cose e delle priorità, nell’eventualità si decide sul completo o su alcune aree .

A tal proposito vedere Area Services-Check up Finanziario-Patrimoniale

-La Pianificazione Finanziaria è ricompresa nella Consulenza Finanziaria e quanto costa ?

La Consulenza Finanziaria ricomprende la Pianificazione Finanziaria ma non solo questa; ovviamente dopo aver eseguito il check up Finanziario si può stabilire il servizio che necessita e le relative prestazioni con annessi costi .